E la risposta della cooperativa GSA non si fece attendere. Dopo le lettere con cui la società che gestisce i servizi ai passeggeri del porto di Bari chiedeva ai dipendenti la restituzione di compensi per migliaia di euro e la successiva levata di scudi dei sindacati, in favore dei lavoratori, GSA rilancia con un vero e proprio fulmine a ciel sereno: la cassa integrazione per i suoi 35 dipendenti del porto di Bari.

Una decisione inaspettata per i sindacati, ma soprattutto per i dipendenti dell’azienda di Udine che, dopo la richiesta di un rimborso di migliaia di euro per compensi indebitamente corrisposti negli anni, a causa di un errore aziendale, si sono visti pendere sulla testa il regime di cassa integrazione senza nemmeno una piccola avvisaglia di questa possibilità.

Per il turismo è un momento difficile e nella lettera inviata ai sindacati e all’Autorità Portuale, la GSA analizza i motivi che hanno portato l’azienda a operare la scelta della cassa integrazione. La flessione del mercato ha fatto calare il fatturato da oltre un milione e 700mila euro del 2012, all’oltre un milione e 500mila euro del 2014. “Si presume, alla luce degli andamenti a tutto agosto 2015 – si legge nella lettera – per l’anno 2015 un fatturato pari a 1.320.00,00”.

Stando alla lettera della GSA, il turismo è un settore trasversale, il cui andamento dipende da molteplici fattori. “Il clima di incertezza legato alla crisi economica globale e agli eventi relativi alla scacchiera nord africana hanno determinato una ridistribuzione dei flussi turistici”. Tra i nuovi assetti politici del bacino del Mediterraneo e la concorrenza data dai nuovi fronti turistici dell’Asia e del Pacifico la GSA sostiene che a Bari sbarcherebbe molta meno gente e, di conseguenza, il lavoro sarebbe notevolmente diminuito.

“Pertanto la cooperativa Gruppo Servizi Associati considera che l’utilizzo dello strumento della CIG (Cassa Integrazione Guadagni, n.d.r.) avrà l’unica e sostanziale finalità di contenere l’urto della crisi […] Si aggiunge altresì che la sopra significata situazione non consente scelte diverse di quelle da cui alla presente”.

Una decisione che proprio non ci si aspettava, tanto che la stessa GSA, fino a pochissimo tempo fa, era sul punto di prendersi carico di ulteriori nuovi servizi all’interno del porto di Bari, in forza ad una gara vinta come unico concorrente. Il sospetto è che, con l’aria che tira al vertice dell’Autorità Portuale, la società stia mettendo in atto una serie di manovre per tutelarsi da un eventuale cambio della presidenza, che potrebbe rivedere l’assetto della gestione dei servizi.

Ora, il passo successivo è l’incontro tra azienda, sindacati e Autorità portuale, che dovrebbe tenersi il 6 ottobre. In tale occasione, la società di Udine avrà modo di illustrare meglio la propria posizione. Intanto, visto il succedersi di sorprese dall’azienda, alcuni dipendenti avrebbero deciso di tutelarsi nelle sedi opportune.