«La sanità barese è nel caos e gli infermieri restano da impiegati negli uffici». I dirigenti del sindacato autonomo Usppi (professionisti del pubblico – privato impiego) dichiarano guerra ad un’organizzazione del lavoro «che vede infermieri ed ausiliari sottratti ai propri compiti» e annunciano un esposto alla Procura della Repubblica di Bari.

Spiega il segretario generale Usppi, Nicola Brescia: «Un vero disastro per i reparti degli ospedali cittadini, dove il bisogno di infermieri specializzati ha raggiunto ormai livelli inimmaginabili lungo tutto l’arco dell’anno e non più solo durante i mesi estivi. Insomma quando parliamo di operatori sanitari imboscati, ci riferiamo a dei veri fannulloni che lavorano senza avere competenze negli uffici amministrativi delle aziende ospedaliere».

Un fenomeno che secondo l’Usppi «è particolarmente evidente nelle stanze dell’ex centro traumatologico ortopedico, sul lungomare Starita, dove attualmente c’è la sede della Asl di Bari. Dopo varie denunce   cadute nel vuoto – continua Brescia – ora abbiamo deciso di presentare un dettagliato esposto alla Procura affinché si faccia chiarezza su una situazione non più tollerabile. Infermieri ed ausiliari da anni imboscati   negli uffici amministrativi dovranno tornare in corsia».

Nell’esposto del sindacato si fa riferimento alla legge regionale di bilancio del 3 dicembre 2007, «un provvedimento che vieta a tutti i direttori generali di continuare ad usare i “propri dipendenti” in mansioni differenti rispetto a quelle per le quali sono stati assunti. Un provvedimento mai rispettato nonostante siano passati ormai otto anni dall’entrata in vigore con il proponimento di recuperare il maggior numero di infermieri e ausiliari – figure professionali sempre più carenti – ma anche di metter fine alla cattiva abitudine di mettere in ufficio personale che non ha le competenze adatte, possedendo invece ben altre professionalità». E conclude Brescia: «C’è insomma un piccolo esercito di imboscati, mentre le corsie degli ospedali di Monopoli, Altamura, San Paolo e Di Venere, languono per la mancanza di personale. Materia – secondo noi dell’Usppi – per indagini anche da parte della Corte dei Conti».