la denuncia del dottor Ranaldi

Il direttore generale della Asl di Bari, Vito Montanaro, ha tentato di salvare il salvabile e molto probabilmente anche la faccia, irrimedibilmente compromessa, di molti dei protagonisti coinvolti nella storiaccia dei due medici incatenati. Lo ha fatto nel modo peggiore, con una dichiarazione a nostro avviso superficiale, da alcuni dei 170mila abitanti del territorio murgiano giudicata persino offensiva.

Ma veniamo al dunque. Un paio di giorni fa Montanaro aveva tuonato attraverso un comunicato ufficiale: «Sollevare ipotesi di irregolarità e disfunzioni nella gestione del 118 e del Pronto Soccorso di Altamura diventa questo sì atto intimidatorio nei confronti di chi cerca come me solo il rispetto delle regole e danneggia il lavoro che quotidianamente tutti gli altri operatori sanitari svolgono nel rispetto dei propri compiti, diritti e doveri. A questo si aggiunga il grave danno di reputazione arrecato al nuovo Ospedale della Murgia che a fronte delle insidie e delle oggettive difficoltà ha guadagnato comunque il ruolo di punto di riferimento sanitario di eccellenza del territorio murgiano».

Finalmente, dopo promesse non mantenute e annunci distensivi di ogni tipo, si è capito qual è il vero andazzo. Così come le centinaia di persone che stanno firmando una petizione popolare contro l’inadeguatezza dell’ospedale della Murgia, non siamo disposti a barci qualsiasi cosa. Il vero atto intimidatorio è quello di tentare di cucire la bocca a due medici con le palle, che hanno scelto di rivendicare una migliore condizione di lavoro per sè stessi, i colleghi, ma soprattutto per i pazienti, dei quali spesso hanno organi interni o la vita nelle mani.

Salvano vite a bordo di ambulanze scassate, mentre rispondono alla centrale operativa del 118 con i propri telefoni cellulari – anche in zone in cui non c’è linea -, ma vengono accusati di essere irrispettosi e poco deontologici quando alzano la voce o dicono qualche parolaccia a chi siede dietro uno scrivania e in qualche caso prende decisioni senza mai essersi sporcato le mani. L’immagine, tanto cara alla Asl, non è niente rispetto allo spreco delle 13 automediche pagate coi soldi di tutti e buttate in un parcheggio; non è niente in cosiderazione delle chilometriche liste d’attesa, men che meno rispetto alle disastrose condizioni dell’ospedale della Murgia, polo d’eccellenza in un territorio in cui tutt’intorno c’è il vuoto pneumatico.

Per potersi definire polo di eccellenza un ospedale deve rispettare alcuni requisiti che non stabiliamo noi, nè tantomeno i vertici delle Asl. Fosse così sarebbero tutti a torto poli d’eccellenza. Facciamo il gioco della verità, dicendoci le cose pane al pane e vino al vino? L’ospedale della Murgia, aperto in fretta e furia ad aprile 2014, nel pieno della campagna elettorale per le europee che portarono all’elezione dell’allora assessore alla Sanità Elena Gentile, a un anno e mezzo dall’inaugurazione può contare solo 3 delle 6 sale operatorie.

Il reparto di Urologia ha solo 6 posti letto, aggregati alla Chirurgia per mancanza di infermieri e ausiliari. La mancanza di personale di ogni tipo è ormai cronica. Gli impianti di un ospedale eccellente non prendono fuoco, costringendo all’evacuazione di un intero reparto. Un polo d’eccellenza assicura un riparo degno alle ambulanze che, al contrario, sono tenute perennemente alle intemperie, con tutti i disagi del caso. Il  direttore del pronto soccorso di una struttura all’avanguardia non denuncerebbe le pessime condizioni delle ambulanze del reparto, definite rottami. La porta della camera calda del pronto soccorso è scassata.

Un paziente con infarto o ictus deve ancora percorrere oltre 40 chilometri in ambulanza, su quelle stesse ambulanze da rottamare, per arrivare all’ospedale Miullidi Acquaviva. A Bari, invece, un paziente arriva in genere in pochi minuti al cosiddetto trattamento “Gold standard” e ha solo l’imbarazzo della scelta sui centri di trattamento. I pazienti di Poggiorsini, Gravina, Altamura e di tutto il territorio murgiano, invece, non hanno la stessa possibilità.

Non esiste il reparto di Neurochirurgia. Il caso di della morte di Domenico Martimucci è l’emblema di una situazione che fa precipitare tutti indietro di anni. Se fosse davvero un centro di eccellenza, per quale ragione il direttore del pronto soccorso, che è pure il coordinatore del 118 barese, Antonio Dibello, si dimette o viene invitato a dimettersi? La situazione esplosiva crea tensioni e, purtroppo, anche i sospetti di gravi errori medici. Attualmente sono sotto indagine una trentina di camici bianchi. Se non è un primato poco ci manca. L’ospedale della Murgia non ha Stroke Unit, Emodinamica, Utin Rianimazione Pediatrica e Centro trasfusionale.

In Rianimazione, a meno di smentite da parte della direzione sanitaria dell’ospedale e della direzione generale della Asl, sono stati effettuati e ancora vengono effettuati ricoveri impropri, come denunciato pesantemente su Facebook dal dottor Ranaldi, medico del reparto. Non ci risulta che a carico del professionista, nonostante le pesantissime accuse, siano stati presi provvedimenti o sia stato avviato un procedimento disciplinare. Non vorremmo che il silenzio dipenda dalla paura di eventuali accertamenti. Se la denuncia del dottor Ranaldi dovessere essere fondata – come crediamo, a meno che il medico non sia un mitomane psicopatico – qualcuno rischierebbe sul serio il posto.

Il Perinei è così eccelso da aver costretto il sindaco di Altamura, Giaginto Forte, a sollevare a giorni alterni problemi di ogni tipo legati alla struttura. Senza contare la pista di Elisoccorso, mai autorizzata e attivata. I pazienti ortopedici sono costretti a emigrare di continuo all’ospedale San Paolo di Bari. Quattro posti in Oculistica, 2 posti in Neurologia, 16 posti in Medicina per 170mila abitanti. Gli oculisti sono reperibili solo quando hanno sala operatoria. Se qualcuno si fa male il mercoledì o il venerdi deve arraggiarsi. Direttore Montanaro, non sappiamo se lei, i vertici dell’azienda che rappresenta, le istituzioni e il mondo politico tutto, vogliate prendervi la briga di leggere fino in fondo questo articolo.

Nel comunicato ha scritto che Altamura è un polo di eccellenza poi, però, in un’altra sede annuncia di dover chiedere l’intervento degli ispettori ministeriali dopo ciò di cui ha avuto notizia. E Nas in ospedale per accertare la dubbia conservazione di alcuni farmaci. Al contrario di quanto scrive nel comunicato, ci sembra ormai inopinabile che l’astio contro i due medici nasconda altro, forse proprio il fallimento di quell’ospedale sgarruppato che avete voluto aprire nonostante non fosse pronto. Papappicco e Mangiatordi hanno alzato il tiro, rivolgendosi al presidente della Regione Puglia e assessore alla Sanità Michele Emiliano, perché non gli è stato dato ascolto e adesso andranno in Tribunale per tentare di vedersi garantiti alcuni sacrosanti diritti negati. Stanno già consultando gli avvocati.

Purtroppo, in virtù di ciò che abbiamo denunciato – circostanze mai smentite – a carico di molte delle persone coinvolte in questa storiaccia (per esempio il caso Delvino sollevato dall’Usppi), è evidente il fatto che non sia stata assicurata terzietà e imparzialità nel giudizio. Purtroppo avete scelto il discretito, scrivendo addirittura che qualcuno avrebbe “piegato le regole ad uso e consumo di chi continua ad alimentare il caso…”.  Parla di un grave danno di reputazione arrecato al nuovo Ospedale della Murgia. Onestamente siamo più legati alla serenità del personale che lavora in quella scatola vuota e ai pazienti costretti a fare i conti ogni giorno con i continui disservizi.

Dottor Montanaro, ci piacerebbe sapere quante volte ha fatto visita all’ospedale per sincerarsi personalmente dello stato delle cose e dell’avanzamento di una situazione al limite della sopportazione. Non parliamo delle telefonate di aggiornamento del direttore sanitario. La Asl di Bari, scrive nel comunicato, si muove nel rispetto della legge a tutela dei singoli lavoratori e delle prestazioni sanitarie offerte ai cittadini. Vogliamo credere abbia preso un abbaglio e che il suo ufficio stampa abbia copiato e incollato dichiarazioni rilasciate relativamente ad altre strutture. In riferimento al Perinei perdono completamente di credibilità.

L’interesse supremo degli utenti è il diritto alla salute, che per molti versi nel territorio murgiano non è assicurato così come si vuole far credere. Può respingere con fermezza qualsiasi accusa infangante che offende lei e tutta la dirigenza dell’Azienda Sanitaria che rappresenta, ma i fatti sono quelli che le abbiamo descritto (Perdoni qualche imprecisione nei numeri, ma siamo certi lei possa delucidare tutti fornendone di più aggiornati). Ci siamo convinti che nessuno, lei per primo, avrebbe mai immaginato che due medici e un “piccolo” giornale online potessero essere in grado di sollevare un polverone simile. La polvere svanisce grazie a Dio. I problemi, invece, restano tutti al proprio posto. Speriamo solo di non dover registrare un peggioramento della situazione nei prossimi giorni o un’altra morte spostetta come le tante avvenute finora.

Come sempre restiamo a disposizione di chiunque volesse aggiungere elementi di discussione e informazioni, oppure confutare le notizie lette.

ECCELLENZA IN SANITA’(Tratto da qualità innovazione sanità). Qualis verifica e attesta l’eccellenza delle prestazioni sanitarie, valutando il merito e l’efficacia dei processi diagnostici e terapeutici, secondo gli standard che la struttura intende porsi e, soprattutto, esplicitare agli utenti e ad ogni livello istituzionale (medici di medicina generale, ASL, Regione, ecc.). Tale approccio si fonda su un concetto differente rispetto alla mera valutazione organizzativo-gestionale (come nella certificazione o nell´accreditamento istituzionale). La differenza risiede nella peculiarità per cui si esplicitano gli standard sia organizzativi, sia (soprattutto, inerenti l’efficacia delle proprie prestazioni cliniche. L’impegno è garantire standard minimi di successo della propria attività (medica, chirurgica, interventistica, terapeutica, diagnostica) e renderli noti alla comunità di “utenti”, allargata a qualunque portatore d’interesse (stakeholder). L’eccellenza delle prestazioni sanitarie può essere attestata, con riferimento ai seguenti requisiti: osservanza, nei processi diagnostici e terapeutici a linee-guida e protocolli validati a livello nazionale e internazionale accreditamento delle società scientifiche nazionali e internazionali; adozione di metodiche e tecniche operative avanzate e in linea con lo stato dell’arte scientifico e tecnologico; utilizzo di apparecchiature e strumenti di ultima generazione e regolarmente collaudati, verificati e revisionati personale formato sulle più recenti conoscenze scientifiche e tecnologiche applicabili alla propria area operativa; controllo del processo secondo gli standard più stringenti definiti dalla letteratura tecnica e scientifica; verifica dell’efficacia clinica dell’attività terapeutica; adozione di indicatori e standard di valutazione dell’efficacia clinica validati a livello internazionale (es. Joint Commission on Accreditation of Healthcare Organizazion – JCAHO); adozione e verifica dei più stringenti standard internazionali nella gestione del rischio clinico. È un approccio impegnativo e rigoroso, che entra nel merito dell´attività clinica e non lascia spazio a carenze nè organizzative, nè tecniche. Una attestazione che assicura l’utente e la collettivià dell’eccellenza, provata, della qualità della vostra attività sanitaria.