Il sindaco di Alberobello, Michele Longo, era stato perentorio: “Al Punto di Primo Intervento manca personale qualificato”. La saetta del primo cittadino, amplificata dagli organi di informazione, non era piaciuta a Nicola Gaballo, segretario provinciale barese della Federazione italiana dei medici di medicina generale (FIMMG). Con un comunicato stampa Gaballo difendeva l’operato del sindacato maggiormente rappresentativo e la professionalità dei medici. Nella missiva mandata al giornale, accusato di aver impropriamente amplificato la voce stonata del sindaco Longo, la Fimmg aveva difeso il lavoro di tutti i medici del settore dell’emergenza territoriale. A buttare altra benzina sul fuoco, dopo aver letto il nostro articolo e il comunicato della Fimmg, è proprio uno dei medici che il Punto di Primo Intervento di Alberobello lo conosce bene. Punto di Primo Intervento – lo ricordiamo – inserito nell’accordo integrativo regionale. Cil sugnifica che ad Alberobello lavorano medici del 118.

Inizialmente abbiamo creduto che la telefonata del medico fosse l’ennesima difesa d’ufficio e il solito sproloquio contro il giornale. Invece no. Il medico è dalla “nostra” parte e, per farci capire come stanno le cose, tira in ballo il periodo compreso tra aprile 2014 e aprile 2015. Ad Alberobello, inteso come paese bellissimo ma lontano dall’epicentro barese, i medici del 118 non ci vogliono andare. I continui dinieghi hanno sempre rappresentato un problema per l’Ufficio personale della Asl di Bari e quindi i medici sono sempre saliti e scesi dalle ambulanze per coprire i turni e non lasciare il territorio scoperto. Ogni mese possono turnare fino a una dozzina di medici. Arrivano da qualche ospedale di paesi diversi, fanno il turno e poi vanno via.

Chi è preposto a coprire i turni ha avuto sempre grande difficoltà. La carenza di personale è cronica. Qaulche tempo dopo l’inizio dell’estate del 2014 un medico del Ppi è andato via per maternità. La postazione del 118, invece, ha perso un’altra unità. In questo caso il dottore in servizio ha vinto un concorso ed è entrato in un’ospedale pubblico. Il problema è sempre esistito e non si è mai riusciti a risolverlo, sempre che ci sia stata mai la volontà concreta di prendere il toro per le corna. Si lavora con un medico su due al Ppi e 3 su 4 sulle ambulanze. Tutto questo non può che ripercuotersi sull’assistenza alla cittadinanza, come denunciato dal sindaco Longo.

I medici saranno pure qualificati, ma sono pochi e con quattro soldati la guerra non si vince. Ci piacerebbe che la Fimmg, il sindacato più rappresentativo, spiegasse cos’ha fatto finora in tal senso. Il caso Alberobello, in realtà, ha fatto scoppiare un grosso bubbone, proprio relativo alla professionalità di certi medici, che operano nei Punti di Primo Intervento che non rientrano nell’accordo integrativo regionale. Spesso di tratta di medici appena laureati, sprovvisti del patentino per il servizio di emergenza urgenza.

Ci risulta che ci sia qualche medico sprovvisto di tutto il necessario, ma che a causa della mancanza di personale nessuno abbia alzato la voce con veemenza. Un caso segnalatoci qualche mese fa riguardava l’ex ospedale di Santeramo. Ci piacerebbe che la Fimmg, con la stessa solerzia impiegata per difendere la categoria, verificasse che tutti i medici in servizio nei Punti di Primo Intervento non AIR della provincia di Bari abbiamo conseguito i necessari brevetti e autorizzazioni. Se davvero qualcuno avesse operato senza i requisiti, anche in passato, sarebbe gravissimo e solleverebbe altra polvere su alcuni uffici della Asl già di per sè parecchio impolverati.

L’organizzazione del SEST 118 nel Barese si conferma slegata dalle regole e spesso dettata dall’improvvisazione, improntata all’estro del dottor Antonio Dibello, coordinatore del 118 e a quello del capo del personale della Asl Francesco Lippolis e della sua collega Anna Maria Quarantaa, piuttosto che alla conoscenza delle criticità della rete dell’emergenza sanitaria.