Telecardiologia, interessi privati in luogo pubblico. Niente di nuovo se non fosse che sarebbe in bilico il già delicato sistema del 118, con il richio concreto di mandare in tilt i pronto soccorso degli ospedali baresi e non essere tempestivi nelle cure. Nella vicenda, finita in Procura dopo la denuncia del Movimento 5 Stelle, scopriamo che ci sono molte più ombre di quante non ne vogliano far credere. È a conoscenza di alcuni aspetti poco chiari anche la Guardia di Finanza, a cui è stata presentata una dettagliatissima denuncia, con un’enorme pila di documenti. Il 17 luglio scorso, poi, la Cardio On Line Europe, la società che gestiva il sistema della telecardiologia a 1.800.000,00 euro l’anno, con 850mila elettrocardiogrammi refertati finora, ha scritto una diffida anche alla Corte dei Conti e all’Autorità Anti Corruzione. La diffida era a predisporre il bando di gara pubblica per l’affidamento del servizio di telecardiologia nel sistema dell’emergenza/urgenza della Regione Puglia. Bando mai espletato.

Vi racconteremo in maniera dettagliata cosa sta accadendo e chi beneficerà della nuova gestione “pubblica”, mettendo online documenti e lettere, anche esclusivi e riservati. Tutto il nuovo castello per la gestione della telecardiologia rischia di crollare, perché fondato su terreni impervi e particolarmente scivolosi. I conti non tornano e a dirlo sono le carte. Tutto potrebbe finire per costare più di quanto non sia costato fino ad oggi. Dopo proroghe e ritardi, si parte il primo ottobre, ma non ci sarebbero ancora le condizioni per farlo. In una lettera a firma del direttore generale del Policlinico, inviata il 14 settembre scorso (protocollo 6836), Vitangelo Dattoli scrive al direttore generale della Asl Vito Montanaro, al direttore amministrativo Alessandro Delle Donne, al Governatore dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti e al dirigente medico responsabile dell’Unità Operativa Cardiologia D’Urgenza Ottavio Di Cillo. 

“Il regolare funzionamento di tale Centro richiede però nell’immediato, al fine di organizzare turni di servizio h 24 dedicati alle attività specifiche di Telecardiologia – afferma Dattoli – la presenza di dirigenti medici specialisti in cardiologia in un numero superiore rispetto a quelli disponibili nella dotazione organica di questa Azienda, che riescono pertanto ad assicurare la metà dei turni necessari, mediante l’effettuazione di prestazioni aggiuntive”.  Tradotto vuol dire che non ci sono i soldati per fare la guerra, anche se a dire il vero mancherebbe anche un protocollo. L’opera di reclutamento non è finita, perché i dinieghi degli specialisti stanno piovendo a catena. Telefonate e missive si sprecano.

Scrive anche il professor Stefano Favale ai docenti e dirigenti medici dell’Unità di Cardiologia Universitaria barese: “La presente per comunicare che la Direzione Generale ha richiesto la disponibilità dei docenti e dei dirigenti medici ad eseguire lettura ECG trasmessi da operatori del 118. Tale attività potrà essere eseguita esclusivamente al di fuori dell’orario di servizio per un numero massimo di 10 ore settimanali, con una remunerazione di 60 euro per ora. Dovendo il giorno 27 p.v. comunicare al Direttore Generale l’elenco delle disponibilità, si prega di dare riscontro scritto entro lunedì 25 maggio”. Evidentemente il reclutamento non dev’essere andato benissimo se la paga oraria pare sia salita fino a 100 euro l’ora.

Le perplessità sul nuovo apparato di Telecardiologia, contestato da molti operatori del 118 anche per non essere stato adeguatamente sperimentato (pare che tra la trasmissione dell’esame e l’arrivo del risultato possano volerci fino a 20 minuti), sono tante e arrivano dappertutto. C’è una lettera sconvolgente inviata a un direttore di Centrale Operativa del 118 dal presidente di un’associazione di volontariato che gestisce proprio una postazione del 118. Gli elettrodi del nuovo apparato sono 10, a differenza dei precedenti 3, e quindi molto più difficile da usare. Lunga e complessa è l’attività di inserimento dei dati nel tablet in dotazione. Un forte limite in caso di infarto, dove i tempi di intervento sono fondamentali. Ciò che crea maggiori perplessità, però, è l’operazione di inserimento dei dati stessi, che spesso bisogna ripetere, chiamare in centrale per assicurarsi del fatto che siano arrivati e in alcuni casi ripetere il tutto più volte.

“Credo che tutto questo – scrive il presidente nella lettera – vada a discapito del servizio, ma soprattutto a discapito della salute del paziente. Il problema principale e grave, a mio modesto parere, è la mancanza di segnale in molti punti del nostro comune, ma credo sia anche un problema registrato in altri comuni. Col vecchio sistema in questi anni non abbiamo mai avuto problemi, salvo alcuni casi in cui bisognava ripetere la rilevazione, il medico in postazione aveva il referto al massimo in due minuti. Presumo che molti medici, in caso di lunga attesa, preferiranno portare il paziente nel più vicino ospedale. Da aggiungere la scarsa praticità del tablet ingombrante e del carica batteria da posizionare in ambulanza”. Sarebbe il caosa totale. Non c’è sta stare tranquilli. Ma perché sostituire un sistema efficiente? A chi giova? Chi ne guadagna? Noi lo sappiamo e faremo nomi e cognomi.

È arrivato il momento di svelare cosa si nasconde dietro la gestione della sanità barese e pugliese, gli interessi personali e le vergognose coperture tra dirigenti e politici, soprattutto in un settore delicato in cui a essere in gioco sono le vite umane. Non solo gli operatori sanitari e il Movimento 5 Stelle. Anche i sindacati, precisamente l’Usppi, hanno scritto tutte le proprie perplessità in una lettera aperta datata 23 settembre, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Lettera che pubblichiamo integralmente insieme a una prima parte delle decine di documenti che, per la prima volta, anche i cittadini-pazienti-contribuenti potranno leggere senza censure.