È un normalissimo mercoledì mattina, tu abiti in centro e devi andare a lavorare. Scendi di corsa, attento a non dimenticare borsa da lavoro e chiavi dell’automobile. Non ti ricordi esattamente dove hai parcheggiato la sera prima ma dopo qualche attimo di esitazione la lampadina si accende. Arrivi alla macchina ed ecco l’amara sorpresa. No, non te l’hanno rubata. Non te l’hanno nemmeno ammaccata con una manovra sbadata. No, non c’è il solito menefreghista in doppia fila che ti farà arrivare tardi in ufficio. In realtà neanche saresti riuscito ad immaginarla una cosa del genere. Non puoi usare l’auto perché ti hanno cagato sul cruscotto.

I nostri lettori perdoneranno l’utilizzo di un linguaggio scurrile forse poco adatto ad un articolo di giornale ma quanto accaduto, verosimilmente, questa notte al proprietario di una Renault Twizy parcheggiata in via Calefati, quasi ad angolo con via Andrea da Bari, ha davvero dell’incredibile. Avremmo potuto usare il più nobile verbo “defecare” ma non avremmo reso l’idea.

Le feci erano lì, in bella vista. Trofeo ignobile della stessa fattezza di chi si è reso protagonista di un gesto tanto assurdo quanto schifoso. Dietro al sedile del guidatore c’era la busta che le conteneva. Umane o no, fa poca differenza. Se qualcuno si è preso la briga di espletare i propri bisogni in una busta per poi adoperarsi in uno scherzo per niente simpatico o se nella busta c’erano i bisogni di un cane innocente al guinzaglio di un padrone deficiente non lo sappiamo né ci interessa. Il fatto resta uno soltanto: c’era un’auto elettrica parcheggiata, simbolo, se vogliamo, di una città che vorrebbe essere il più ecologica e pulita possibile, e c’è stato un imbecille che ha deciso di divertirsi. Il problema non è Bari, molto spesso il problema sono i baresi: #baripermerde.