Adelfia ha di nuovo la sua festa dell’Uva. Non poteva essere diversamente nella cittadina regina dell’uva e del vino. Quest’anno, dall’11 al 13 settembre, per un attimo è sembrato di essere tornati indietro nel tempo, a quando in paese “atterravano” migliaia e migliaia di persone, anche dai paesi limitrofi, persino da quelli notoriamenti rivali, che a loro volta festeggiano l’uva in tutte le salse.

Rinnovarsi dopo 86 anni non è stata ceratamente un’operazione semplice, speriamo solo non si sia trattato di un episodio sporadico. Una cenografia curata, in cui si è adeguato persino il venditore di fichi d’india. Ci sono gli sbandieratori come nella più classica delle tradizioni. Tre sere diverse seppure con lo stesso unico obiettivo. Si è tornati a parlare seriamente del rilancio di un territorio che non può continuare ad andare avanti per inerzia. Basta con le improponibili supercazzole del passato, quado alle parole non seguivano mai i fatti.

Un concentrato di inziative, qualche spunto originale e il gran finale con il cantante famoso e raggiungibile, seppure con qualche sacrificio economico. Quest’anno è toccato a Michele Zarrillo, in ottima forma fisica e vocale. Una formula vincente, che sottolinea ancora una volta quanto sia vero l’assioma: mangi quanto spendi. L’uva da sola non basta per fare una festa in grado di attrarre visitatori e dare un po’ di ossigeno ai i commercianti del paese.

Ciò che ci è piaciuto particolarmente della tre giorni, però, è stata la “Cena della luce” di sabato sera. Niente a che vedere con quelle stucchevoli di bianco vestiti ormai super inflazionate. Una cosa grossolana sotto molti punti di vista, ma genuina, in cui era davvero possibile socializzare. Il senso dell’accoglienza era evidenziato dall’illuminazione spenta in piazza Galtieri, dalle candele e dalle gag dei ragazzi della “GsWebRadio”. Spazio ai più piccoli con il musical “Pinocchio” a cura di Hakuna Matata. In tempi di crisi, poi, i 500 euro raccolti per il completamento dei lavori di ristrutturazione di largo Castello, non sono certo di poco conto. Il cambiamento parte dal basso e il successo lo decretano i commenti. Ce n’è uno che mi ha colpito particolarmente: “Abbiamo fatto bene a venire da Montrone, proprio una bella festa. Speriamo che l’anno prossimo fanno la stessa cosa, pure meglio”. Lo speriamo tutti, a Canneto e Montrone.