In attesa della convocazione della Commissione disciplinare, dalle carte in nostro possesso emergono nuovi particolari sui provvedimenti aperti a carico di Francesca Mangiatordi e Francesco Papappicco. I due medici in servizio al Pronto soccorso dell’ospedale della Murgia e della postazione 118 di Gravina, hanno sostenuto fin dall’inizio della protesta con catene e lucchetti, che nei loro confronti la Asl avesse proceduto non tanto per punire comportamenti scorretti nell’esercizio delle proprie funzioni mediche, quanto per aver denunciato  a più riprese le enormi lacune delle strutture sanitarie in cui lavorano.

Scopriamo che il 27 febbraio scorso, ben prima dell’attentato alla sala giochi di Altamura del 5 marzo – episodio su cui vertono la maggior parte delle accuse – la dottoressa Mangiatordi scrive ai dirigenti dell’Ospedale della Murgia. Tra le altre cose scrive della necessità di avere nuovi elettrocardiografi: “Nelle nostra Unità Operativa di pronto soccorso vi sono due sale visite attive, una sala rossa per i codici rossi e 8 posti letto in Osservzione breve intensiva. In tutto il pronto soccorso al momento vi è un solo elettrocardiografo, considerando che nelle 24 ore vengono svolti in media 60 elettrocardiogrammi. Urge, pertanto, un elettrocardiografo per ogni sala visita, considerando che spesso ci sia la necessità di eseguire due elettrocardiogrammi contemporaneamente”.

Quando la dottoressa scrive, l’ospedale è aperto da quasi un anno e senza che il problema sia stato ancora risolto. Il primario del Pronto soccorso, Antonio Dibello, risponde alla dottoressa in una lettera le cui conclusioni vengono riprese anche dalla Commissione inviata ad accertare i fatti: “L’affermazione della dottoressa Mangiatordi secondo cui è disponibile un solo elettrocardiografo è ampiamente confutata da quanto analiticamente scritto dal dottor Dibello (disponibilità di complessivi 12 apparecchi) e rilevato direttamente dalla Commissione nel corso delle sue visite ispettive”. Tra le due dichiarazioni spunta una lettera protocollata in direzione sanitaria del Perinei, firmata da alcuni operatori sanitari del pronto soccorso, in cui si sottolinea come la dottoressa stia dicendo il falso.

Lasciamo perdere le dichiarazioni di carattere personale contenute nella lettera che Dibello scrive in risposta alle lamentele della dottoressa Mangiatori, sindacalista USPPI. Ciò che ai cittadini e utenti dell’ospedale interessa è che le richieste della dottoressa abbiano portato a un importante risultato: il nosocomio ha due nuovi elettrocardiografi per un totale di tre. Il secondo è arrivato poco dopo la denuncia; l’altro non più di una decina di gioni fa, nel pieno della bagarre scatenata dalla protesta dei due medici.

Protesta che ha avuto un altro effetto, seppure non ancora operativo. Una delle prime sedici ambulanze acquistate dalla Asl di Bari è stata consegnata proprio al Pronto soccorso dell’ospedale della Murgia, diretto dal dottor Dibello, che è ancora anche il coordinatore del 118 barese. Struttura che, fino ad ora, può contare solo su ambulanze da rottamare, come dichiarato dallo stesso primario Dibello in un’intervista ai nostri microfoni del 17 febbraio 2015, dieci giorni prima delle richieste della Mangiatordi.

Peccato solo che l’ambulanza (in fotografia), non sia funzionante perché non ancora equipaggiata a dovere. Secondo alcune indiscrezioni pare che a qualcuno sia persino venuta in mente la malsana idea di “buttare” dentro il mezzo qualcuna delle vecchie strumentazioni pur di farlo entrare in servizio. Fortunatamente gli attacchidelle apparecchiature in uso sono diversi e non si può troppo barare. Per ora l’ambulanza nuova di zecca resta parcheggiata nei pressi dell’obitorio dell’ospedale Perinei, all’ombra, a differenza di quanto succede per i rottami in servizio, parcheggiati sotto le intemperie tutto l’anno. Un altro importante tassello chiarificatore del procedimento in corso a danno dei due medici e sindacalisti.