A noi, più volte paragonati agli arrotolatori di cacca, viene spontaneo invece offrirvi una chicca, quella allegata in questo articolo. Perché è una chicca? Innanzitutto è un atto interno della Cri a rilevanza speciale: un’ordinanza presidenziale, che nell’ente pubblico ha gli stessi effetti che ha una legge dello Stato e ci fa capire molto. Una sorta di stele di Rosetta post moderna, per comprendere come ragiona e funziona la testa della Croce Rossa, non quella di Dunant ma quella privatizzata di Francesco Rocca.

Il documento viene pubblicato sulla intranet dell’ente, cioè a disposizione di alcuni soci e di tutti i dipendenti, funzionari e dirigenti Cri, evirato, per una sorta di cabalistica interpretazione della privacy, e smembrato al punto tale da renderlo assolutamente incomprensibile anche agli addetti ai lavori. Poi bisogna rimarcare ancora una volta che l’Ente Pubblico Cri non ha un Albo Pretorio online, ma forse siamo noi stercorari a non vederlo.

Una legge del 2009 prescrive che senza pubblicazione sull’Albo pretorio onine le delibere o determine di ogni ente pubblico non abbiano efficacia. In via Toscana si usa pubblicare un foglio excel, una volta ogni tanto, che contiene solo l’intestazione dei provvedimenti. Comunque la chicca vera è nel tipo di provvedimento adottato. Stiamo parlando dell’atto, per chi non l’avesse capito, con il quale il presidente Rocca defenestra il presidente della Croce Rossa sarda Francesco Gallistru. L’atto non non contiene una sanzione vera e propria, probabilmente per evitare un ricorso contro la sanzione stessa ed innescare la guerra di carte bollate già in atto per le vicende del presidente provinciale Cri di Caserta, Leonardo Caracciolo. Battaglia che sosteniamo da sempre, come sosterremo quella di Gallistru.

Come un qualsiasi feudatario, Rocca sospende per 90 giorni l’efficacia della delibera con la quale ha ratificato l’elezione di Gallistru. Lui dà, insomma, e con la stessa mano lui toglie. È una cosa che da sola dimostra quanto sia autocratico il modus operandi non solo del presidente Rocca, ma anche di tutta la classe dirigente di Cri nominata (lautamente pagati funzionari e dipendenti) ed eletta, vertici regionali, provinciali e locali che non si ribellano a questo status quo.

Per chi ha pazienza di seguire il nostro ragionamento è interessante capire che la sospensione di efficacia della delibera può avvenire, secondo il codice di diritto amministrativo, solo per vizi propri dell’atto (e si chiama autotutela) o per difformità di presupposti dell’atto stesso sopravvenute alla sua firma ma precedenti alla firma stessa. Perché definiamo autocratico ed emesso in carenza di potere quel documento? In ogni statuto democratico di un qualsiasi ente o associazione si possono prevedere una serie di norme sanzionatorie, ma queste devono rispondere al principio di stretta legalità (nullum crimen, nulla poena sine lege) ed al principio di cui all’art. 25 della Costituzione della Repubblica Italiana, quello della precostituzione del giudice naturale e della sanzione secondo una norma determinata entrata in vigore prima del fatto commesso e contestato.

In Croce Rossa vige invece il principio innovativo della creatività giudiziaria, dove si dà spazio alla fantasia purché non sia usata contro di noi. È un vaso di Pandora che è stato appena aperto, ma chi ha tolto il tappo sa di essere caro agli dei, soprattutto a certi dei a cui piace andare a cena e scoprirsi adesso ripresi con personaggi da prima pagina. Dei che sanno bene come, al contrario di un qualsiasi giallo all’americana, tutto quello che si fa e si è fatto non potrà mai essere usato contro di loro a meno che non ci sia un gruppo di reporter talmente pervicaci da continuare a scrivere nonostante le pressanti minacce in corso, mentre voi continuate a chiamare tutto questo “privatizzazione”.