Mia nonna dicevsa: “chi si loda s’imbroda”. È ciò che ormai fa da anni l’Autorità Portuale barese, di cui abbiamo denunciato a più riprese enormi lacune. Oggi vengono comunicati i dati ufficiali sul traffico passeggeri dell’ultimo week end: 61mila passeggeri e 14mila auto. Boom dei collegamenti con Grecia, Albania, Croazia e Montenegro. Tutto bello, meravilioso e perfetto se non fosse che ancora una volta molti passeggeri siano stati costretti a fare i conti con alcuni pesanti limiti strutturali e organizzativi.

Al netto delle lusinghiere dichiarazioni del presidente Francesco Mariani, anche quest’estate l’Autorità Portuale barese si è fatta trovare impreparata nell’affrontare l’esodo estivo verso i paesi frontalieri, in particolare l’Albania, presa letteralmente d’assalto dagli italiani per le vacanze low-cost. Il buongiorno si è visto dal mattino, già a fine luglio, in occasione del primo ormeggio della nuova compagnia Grandi Navi Veloci.

Nonostante il battage pubblicitario dell’Autorità Portuale riguardo l’arrivo della Nave Rapsody della GNV, a causa di problemi tecnico nautici non risolti, la compagnia è stata costretta a inviare sulla rotta Bari-Durazzo la motonave Lazio (di gran lunga sotto le aspettative se paragonata alla Rapsody). A fine luglio, appena arrivata la motonave Lazio in porto, è stata destinata alla banchina numero 3 del Molo San Vito (unica banchina utilizzabile), ma tutto questo senza aver preso le dovute misure tecniche. Appena ormeggiata, infatti, non è riuscita ad abbassare il portellone per un dislivello rispetto alla banchina.

L’Autorità Portuale non ha saputo fronteggiare la questione in quanto avrebbe dovuto attrezzare la banchina ben prima dell’arrivo della nave in porto. In totale confusione è stato chiesto, per iscritto, all’Agenzia marittima Portrans, la possibilità di avere in prestito alcune rampe di sua proprietà per consentire l’imbarco dei mezzi sulla nave. La Portrans, sempre per iscritto, non ne ha consentito l’utilizzo. A quel punto la situazione di emergenza creata dall’Autorità Portuale, per la mancata programmazione, ha causato terribili ritardi e disagi ai passeggeri, non solo della GNV ma anche a quelli di tutte le altre compagnie in partenza dal Molo San Vito.

La partenza della nave della GNV era prevista alle 23.00 del 31 luglio, ma è avvenuta alle 3.40 del primoa gosto. Di conseguenza, il giorno successivo la nave è tornata a Bari in espresso alle 24, invece che alle 23.00 come da programma, per poi ripartire la mattina successiva intorno alle 5.00, con tutti i disagi che ne sono conseguiti per i 1.800 passeggeri e le 500 macchine imbarcate. La problematica si è ripetuta anche per i due viaggi successivi. Da segnalare, inoltre, i notevoli disagi ai passeggeri sull’area di Marisabella, una landa deserta e sotto il sole cocente, con temperature superiori ai 40 gradi, dotata solo di una tendopoli per la copertura dei box delle agenzie marittime e assolutamente priva di servizi qualificati per i passeggeri e di tettoie per le auto.

Lì, su quell’area, il caos ha regnato sovrano. Le esigue aree ristoro sono state prese d’assalto. Senza contare i bagni insufficienti come numero, olre che sporchi e malfunzionanti, con code interminabili. Abbiamo ricevuto decine e decine di segnalazioni dai passeggeri. Per non parlare dell’incredibile mancanza del presidio di pronto soccorso. Al “benvenuto” di Marisabella è seguito il “benservito” della Stazione Marittima San Vito, privata di un sistema di aria condizionata funzionante, per cui le agenzie marittime e la polizia hanno dovuto operare in condizioni fortemente disagiate.

E se a Marisabbella non si sta bene, non si sta meglio sull’altra landa desera: il piazzale della darsena di ponente. Alle banchine di un’area priva di stazione marittima e addirittura dei semplici wc, è stata vista gente che, in coda per l’imbarco, ha dovuto fare i propri bisogni per strada. Si pensi che a queste banchine non attrezzate e prive di alcun servizio ai passeggeri, ormeggia la nave della MSC Crociere ed avviene l’imbarco e lo sbarco dei crocieristi.

Una situazione incontrovertibile, per quanto ci si sforzi di difendere una situazione frutto di dieci anni di progressiva decadenza, di televendite, senza la realizzazione di una nuova bancina o una nuova stazione marittima.