La denuncia del dottor Ranaldi (2)

«I ricoveri impropri nella rianimazione del Perinei sono ormai la regola». La sconcertante dichiarazione è del dottor Angelo Ranaldi, non uno qualunque, ma proprio un medico della rianimazione dell’Ospedale della Murgia.

La grave denuncia era riportata in post sulla pagina facebook personale del dottor Ranaldi, che scriveva: «Non pretendo che questo post vi piaccia, ma io dico che cazzo voglio». Il post, risalente ad alcuni mesi fa, è stato rimosso. «La cultura – scriveva Ranaldi – rende liberi». Evidentemente non abbastanza, in considerazione del brusco dietrofront.

Si tratta di un’accusa gravissima che la magistratura dovrebbe accertare. Così fosse, non sarebbe affatto complicato individuare eventuali responsabilità. Il Perinei, lo ricordiamo, è stato aperto in tutta fretta ad aprile 2014, alla vigilia della competizione elettorale per le europee che portò all’elezione dell’ex assessore regionale alla Sanità Elena Gentile. Niente a che vedere con il comportamento “non deontologico” e con le denunce a mezzo stampa che hanno acceso i riflettori dell’ufficio dei procedimenti disciplinari della Asl di Bari su Francesco Papappicco e Francesca Mangiatordi, medici e sindacalisti in servizio al 118 e al Pronto Soccorso nell’Ospedale della Murgia.

Il rianimatore del Perinei, prima di nascondere la mano con cui aveva lanciato la pietra, tuonava: «Ora la dialisi viene fatta in rianimazione per due motivi. 1, per alleggerire il lavoro di mezzo ospedale, lasciandoli a casa tranquilli. 2, per dimostrare all’amministrazione che i ricoveri in rianimazione ci sono, che si produce e che non hanno solo tre novantenni con la bronchite. Cari colleghi prendete pure per il culo i vostri amici con cultura e intelletto simili ai vostri e continuate pure a leccare il culo a chi ne capisce meno di voi (visto che è l’unico modo che avete per emergere)…tanto la verità è nota in tutta la Puglia».

Gli interrogativi sulla vicenda sono tanti. Secondo alcune indiscrezioni, il procedimento disciplinare contro il rianimatore non sarebbe neppure stato avviato, così come neppure la magistratura avrebbe acceso i riflettori sulla denuncia del professionista.

Perché si continua a usare due pesi e due misure? Perché al dottor Ranaldi è stato sufficiente rimuovere il post su Facebook per cavarsela e contro i due medici sindacalisti, invece, è stato aperto un procedimento disciplinare cinque mesi dopo i fatti di cui sono chiamati a rispondere? Non vorremo che il clamore mediatico, esploso dopo la protesta dei dottori Papappicco e Mangiatordi, distragga l’attenzione delle autorità competenti e dell’opinione pubblica dai gravi problemi dell’Ospedale della Murgia.

Restiamo a disposizione del dottor Ranaldi, del direttore sanitario dell’Ospedale Perinei e del direttore generale della Asl di Bari nel caso volessero chiarire i tanti aspetti bui di questa storiaccia. Si fosse trattato della dichiarazione di un mitomane, non ci sarebbe da preoccuparsi, ma a scrivere, con determinazione e tono sprezzante anche nei confronti di superiori e colleghi, è stato un medico della rianimazione dell’ospedale.