La parziale chiusura del reparto di Cardiologia del Di Venere a causa dei dieci casi di scabbia registrati tra medici, infermieri e un paziente, ha fatto riesplodere la polemica sull’affidabilità dell’ospedale. Le reazioni non sono mancate e la Funzione pubblica della Cgil barese, torna ad alzare la voce. Lo fa attraverso il suo segretario provinciale, Antonio Ventrelli. “Ancora una volta la Asl di Bari e il presidio ospedaliero Di Venere – tuona il sindacalista – sono balzati agli onori della cronaca locale e nazionale per gravi episodi che gettano un pesante velo di discredito sulla sanità pugliese e barese, con grave danno di tutti gli operatori sanitari che, invece, giornalmente e in maniera eroica prestano la propria attività tra mille difficoltà, per dalvare vite umane sul nostro territorio”.

L’affondo è totale. “Pertanto – continua Ventrelli – data la gravità dell’episodio e il danno alla salute dei lavoratori e all’immagine della Asl di Bari che ne è derivata, la FP Cgil denuncia con forza l’evidente violazione, nella circostanza, delle misure di prevenzione e protezione ed invita la direzione strategica della Asl a individuare le relative responsabilità e a individuare tutte le misure idonee ad evitare il ripetersi in futuro di tali gravi episodi, che mettono a rischio la salute dei pazienti del territorio e quella degli operatori sanitari”.

Il sindacalista incalza, riprendendo una denuncia fatta solo a marzo scorso sulla mancanza di personale“Tuttavia – scrive – questo grave episodio non è che la punta dell’iceberg dello stato di grave degrado in cui versa da tempo il presidio ospedaliero Di Venere di Carbonara (ma che è comune a molti presidi della Asl di Bari), a causa della pesante carenza di personale (infermieri, oss, ota, ausiliari pulitori, medici, autisti), della conseguente carenza di igiene, dell’assenza di cartellonistica e indicazioni all’interno dell’ospedale, della precarietà anche strutturale del presidio”.

La Fp Cgil non le manda a dire. Il sindacato “Invita la direzione generale dell’Azienda sanitaria locale di Bari e le istituzioni politiche preposte a procedere con urgenza per apportare un piano di messa in sicurezza e di vero e proprio rilancio del presidio ospedaliero Di Venere, al fine di evitare disagi in termini di assistenza per i cittadini del terriotrio e di garantire agli operatori sanitari che vi operano di lavorare in condizioni di maggiore serenità e sicurezza”.

A novembre scorso, durante una giunta comunale territoriale, il sindaco di Bari Antonio Decaro si era impegnato a richiedere più personale per l’ospedale. Richiesta ovviamente rimasta inascoltata. L’unico problema apparentemente risolto sembra quello del parcheggio selvaggio sulle strisce gialle riservate ai disabili, fino al momento della nostra incursione prassi consolidata anche tra dipendenti e dirigenti della struttura sanitaria alla periferia di Bari.

Tornando all’episodio dei dieci casi di scabbia nel reparto di Cardiologia, speriamo che il lavoro di pezza e ramazza (che vedete in fotpo), sia sufficiente a scongiurare altri contagi.