Il fax della Direzione Generale della Asl di Bari è di ieri. I disagi per la comunità bitontina cominceranno il primo agosto e probabilmente finiranno alla fine di settembre. Per due mesi, tre dei sei autisti dell’ambulanza del Punto di Primo Intervento di Bitonto, saranno trasferiti all’Ospedale Di Venere di Bari. D’Imperio, lo prevede la legge. Nella struttura sanitaria bitontina, una di quelle di frontiera, il malumore è serpeggiato già al momento dell’apertura dell’inaspetta corrispondenza.

La coperta è troppo corta all’Ospedale Di Venere e allora si prende in prestito una da Bitonto, a quanto pare senza avere idea di come non far prendere freddo agli operatori del Punto di Primo Intervento, continuamente al centro della bufera alimentata dagli utenti insoddisfatti per l’andazzo generale. Sempre loro a prendere le mazzate in prima linea. Non sappiamo se mentre scriviamo nella stanza dei bottoni abbiano preso una decisione alternativa. È l’auspicio di tutti.

Una cosa è certa: se ci fosse l’intenzione di ripristinare la regolarità dei turni a Bitonto si sarebbe preso da subito personale in posti in cui c’è in eccesso. Il guaio è che, evidentemente, gli uomini sono contati ovunque. Figuriamoci per esempio se in queste condizioni possono partire le tredici automediche abbandonate a Triggiano da due anni, dopo essere costate 300mila euro di soldini pubblici.

Senza contare il fatto che siamo in estate e che, com’è ovvio, anche i tre superstiti di Bitonto dovranno andare in ferie. E allora chi guiderà l’ambulanza nel caso ci sia bisogno di un trasporto in ospedale? C’è sempre il 118, chiamato spesso in causa anche adesso. Non sempre, però, l’ambulanza della postazione di Bitonto è libera quando serve. Non resta che sperare in una soluzione alternativa oppure, come ormai sono abituati a fare gli utenti della Asl di Bari, pregare tutti i santi che si conoscono per evitare di ritrovarsi in situazioni spiacevoli.