Cambiamenti e polemiche in arrivo per la sala Murat. Per lo spazio espositivo di 600 metri quadrati in pieno centro cittadino, il Comune ha infatti emanato un bando pubblico per l’individuazione di un soggetto privato che lo gestisca. La durata della concessione va da un minimo di 3 a un massimo di 12 anni. Base d’asta, al rialzo, è di 5mila euro annui a partire dal terzo anno. Il canone è certamente modesto, gli oneri però sono tutti a carico del gestore: manutenzione ordinaria, vigilanza, custodia e pulizia, utenze (corrente elettrica, telefono, internet, acqua etc.) nonché tutte le spese per eventuali riparazioni ordinarie. Probabilmente, l’uso gratuito per i primi due è stato previsto considerando la fase di start up del futuro “concept store” che vi troverà spazio, ovvero la seconda novità in arrivo per la sala Murat di cui dovrà farsi carico sempre il gestore. Non si tratterà di un semplice punto vendita, ma di un “luogo di intrattenimento ispirato complessivamente all’esperienza Puglia in chiave contemporanea, al suo saper fare e al patrimonio culturale che esso rappresenta”, si legge nel bando. Insomma, il concept store non sarà soltanto un posto dove poter comprare trulli in miniatura, ma un luogo dove poter respirare il “brand Puglia” attraverso elementi sensoriali ed esperienziali, fino a vere e proprie proposte culturali.

Il termine fissato per la presentazione dei progetti scade alle ore 12 del 3 settembre 2015, il sopralluogo dell’immobile, obbligatorio, sarà consentito sino a cinque giorni prima della scadenza. Le offerte dovranno pervenire, a mezzo corriere autorizzato o con consegna a mano, alla ripartizione Culture, Religioni, Pari opportunità, Comunicazione, Marketing territoriale e Sport – Comune di Bari – via Argiro 33 – 70122 Bari.

L’avviso pubblico, di cui tanto è orgoglioso l’assessore Silvio Maselli, ha generato alcune polemiche. Leo Palmisano, segretario cittadino di Sel, ha diverse cose da dire in proposito: «Il bando privatizzerebbe la gestione della sala Murat, lasciando Barivecchia senza uno spazio pubblico, dentro il quale poi sarebbe difficile andare a costruire dei percorsi con la cittadinanza. In aggiunta, il bando estromette le associazioni perché richiede un bilancio di 200mila euro, molte di quelle con cui ho parlato sono allibite. Si sta consegnando la sala Murat a un privato puro, mi dicono, mentre il grosso della produzione culturale pugliese passa dalle piccole associazioni».

Ha esposto queste considerazioni a Maselli?
«Non credo che l’interlocutore sia Maselli, l’interlocutore è Decaro, perché ogni scelta fatta in giunta passa dal sindaco. Se lui non dà l’ok non si fa, anche perché gli assessori, tutti, hanno toppato in più d’una occasione».