Nello statuto della Croce Rossa Italiana, ma non chiedeteci quale perché ultimamente c’è stato un certo sovraffollamento normativo, è specificato chiaramente che la salute del volontario è un bene primario.  Si dice anche che l’associazione deve mettere a disposizione del volontario i mezzi per tutelarla e che deve sostenere le spese per consentire al volontario l’espletamento dei compiti assegnati, ovvero, rimborsare quelle che lo stesso abbia a sostenere durante lo svolgimento dei suoi compiti.

Naturalmente come tante cose che si dicono o scrivono in Croce Rossa tutti questi buoni principi e le conseguenti buone pratiche, rimangono sulla carta e i volontari sono gettati allo sbaraglio. Facciamo l’esempio del cosiddetto “quadro vaccinale”. Nel 2013 una serie di indicazioni imperative che partono dai responsabili dirigenti sanitari dei Comitati Regionali CRI impongono ai quadri un controllo serrato delle vaccinazioni eseguite ai propri subordinati e l’esclusione dai servizi per i volontari che non ottemperino ma nulla dice sul rimborso dei costi delle vaccinazioni.

Perché se effettivamente le punturine possono essere un presidio salvavita per chi opera in ambienti a elevato rischio di contagio, si pensi solo al contatto con i rifugiati, in collettività o ad aiutare persone senza fissa dimora che per loro condizione hanno una scarsissima cura dell’igiene personale, ma anche al fatto che per natura dei servizi espletati si viene sempre a contatto con persone affette da qualche patologia, i presidenti dei Comitati non hanno fondi a disposizione per pagare le bollette, figuriamoci per rimborsare il costo che le Asl chiedono per somministrare i vaccini.

Piu fortunati sono i volontari, medici e infermieri, che già operano in ambiente ospedaliero, ai quali i datori di lavoro forniscono gratuitamente tutte le vaccinazioni necessarie ad assicurare loro adeguata copertura sanitaria. Stessa sorte per i volontari impiegati all’estero, dove il quadro vaccinale deve essere adeguato e completo prima dell’immissione in teatro operativo, pena il ritorno immediato a casa.

E agli altri? Mentre i Comitati fanno spallucce con la scusa delle casse vuote qualcuno, quelli più prudenti, si fanno vaccinare a loro spese. E fanno bene, non si tratta di rischi di poco conto, stiamo parlando di antitetanica, antiepatite, antimeningococcica, antitifica, anticolerica, tanto per narrare delle protezioni di base, con un costo che le Asl mediamente attestano in circa 150 euro, soldi che praticamente un volontario deve sborsare di tasca propria. Questo naturalmente mentre i dirigenti viaggiano con l’auto blu e il Presidente nazionale regala denari alle Societa consorelle. E tu continua, se vuoi, a chiamarle privatizzazioni.