Ilaria Decimo, ex commissario comitato Croce Rossa Bari
Nel corso di questi mesi abbiamo verificato, pubblicando ogni genere di articolo e inchiesta, che la privatizzazione della Croce Rossa non ha avuto i risultati sperati. Si è scoperto che si tratta di un’operazione che con la spending review c’entra ben poco. I comitati privati, se necessario, continuano ad attingere a Pantalone e operano con strutture e mezzi dati in comodato d’uso dalla Cri pubblica; sono aumentiati i casi di nepotismo e clientele; molti dipendenti oziano in attesa di sapere di che morte dovranno morire e altri vengono assunti senza avere le necessarie competenze. E ancora ex dipendenti ingiustamente licenziati e costretti a protestare platealmente per vedere riconosciuti i propri diritti, senza contare il misterioso furto di un mezzo di servizio a Palermo e alcuni usi, per così dire impropri, dei mezzi pagati dai cittadini su e giù per lo Stivale.
C’è poi chi accumula incarichi e viene chiamato a dipanare personalmente la matassa di un probabile conflitto di interessi. Avete capito bene. Non finiamo mai di stupirci. La questione fu sollevata già dal senatore di Area Popolare Aldo Di Biagio, sempre lui, quello della petizione consegnata anche al Quirinale e dello sciopero della fame sospeso con la speranza che il Governo inizi prima o poi a parlare seriamente dello scempio che si sta mangiando la credibilità della Croce Rossa, che  ha chiesto chiarimenti sull’incompatibilità di alcuni incarichi all’interno dell’ente. Una delle persone interessate immaginiamo possa essere la dottoressa Ilaria Decimo, attuale presidente provinciale del Comitato di Lecce, componente della task force creata dal Comitato centrale romano per la vigilanza sui nuovi comitati locali e provinciali di natura privastica. In altre parole il più classico dei controllori che controlla sè stesso.
Non solo, la Decimo è anche delegata nazionale per l’addestramento formale delle crocerossine, delle quali è anche vice ispettrice regionale pugliese, delegata per le attività di emergenza. La dottoressa – per chi avesse la memoria corta – è stata fino ai primi giorni di marzo scorso il commissario del Comitato provinciale barese, quello su cui il presidente nazionale Francesco Rocca, ad eccezione di qualche tirata d’orecchie fatta fare conto terzi, non si è mai espresso in maniera convinta. Com’è andata a finire, per esempio, la questione dei presunti rimborsi spesa farlocchi del vice commissario barese Luca Mannella, su cui la Decimo quanto meno non avrebbe vigilato a sufficienza? Le risposte che non arrivano da Rocca sono tante, ma questa è un’altra storia. Come se non bastasse, l’interrogazione parlamentare ha fatto scaturire una richiesta ufficiale nei confronti del direttore generale della Croce Rossa, Patrizia Ravaioli, da parte del Ministero della Salute.
C’è di più. Fonti romane ben ammanicate, ci informano in queste ore che Ilaria Decimo starebbe per accumulare un altro incarico: la guida dell’Ispettorato regionale delle infermiere volontarie, le crocerossine per intenderci. Se ciò accadesse ci sarebbe il fortissimo rischio di condizionare in maniera determinante gli assetti delle prossime elezioni. Sempre che non sia stato proprio questo il disegno alla base del cospicuo accumulo di cariche. Forse, il maldestro tentativo di conquistare il feudo pugliese, non sempre allineato alle volontà del sovrano. Sarebbe eccessivo. Non possiamo e vogliamo credere alle voci che arrivano dalle stanze dei bottoni di via Toscana 12, la sede nazionale dell’ente. Siamo piuttosto convinti che bene farebbero il presidente nazionale e l’ispettrice nazionale delle infermiere volontarie, soprattutto in questa delicatissima fase e a tutela della stessa Ilaria Decimo, a prendere una decisione diversa.
Una strada quasi obbligata a causa della situazione ancora poco traparente dei fatti di Bari. Ci sarebbe un gran bisogno di chiarire pubblicamente l’eventuale incompatibilità dei molteplici incarichi dell’ex commissario barese e, magari con la stessa chiarezza, bisognerebbe affidare la guida delle crocerossine pugliesi a chi ha più energie, meno incarichi e tempo da spendere per poter rivestire l’importantissimo compito in maniera efficace. Il troppo stroppia, si sa. Le figure capaci e competenti non mancano di sicuro. La Decimo non ce ne vorrà, almeno che non voglia rinunciare a qualche medaglia.
Come al solito restiamo in attesa di ricevere eventuali chiarimenti o dichiarazioni ufficiali da parte delle persone coinvolte, seppure finora, a parte qualche offesa gratuita sui social network e nei corridoi delle sedi di tutta Italia, nessuno si è fatto avanti. Alla fine succede sempre che chi troppo vuole, rischia di stringere niente tra le mani.