Cinque delle associazioni di volontariato a cui sono state assegnate le ultime sette postazioni del 118 barese hanno diffidato la Asl. Nonostante la delibera 0758 del 25 maggio già firmata dal direttore generale Vito Montanaro, che prevede la partenza del servizio già dal primo giugno, infatti, è ancora tutto fermo. L’istanza in autotutela e atto di invito e diffida è firmata dall’avvocato Salvatore Vilella.

I presidenti delle associazioni affondano il colpo e chiedono alla Asl di “provvedere senza indugio alla eliminazione del danno emergente”. In sostanza, il ricorso al Tar di una delle associazioni escluse non può tenere immobilizzati operatori e mezzi. I destinatari della diffida sono lo stesso direttore generale della Asl, Vito Montanaro; il responsabile dell’Area Gestione Patrimonio, Giovanni Latesoriere e il contestatissimo coordinatore del 118, Antonio Dibello.

La situazione che si è generata, scrivono i presidenti delle associazioni vincitrici del bando, “sta diventando di giorno in giorno più intollerabile”. Lamentano di essere state costrette a immobilizzare le ambulanze previste per l’uso esclusivo nelle postazioni del 118 e di dover tenere a bada i quattro autisti soccorritori ai quali era stata assicurata l’assunzione che non c’è ancora stata. Ciò che più preoccupa, però, è l’assoluto silenzio dalla Asl, che sulla questione non si è ancora espressa.

Il danno economico per le associazioni cresce di ora in ora, calcolando che presidenti e soci hanno dovuto mettere mano anche alle proprie tasche per l’acquisto di mezzi, attrezzature e per la formazione dei volontari. Senza contare che “si sta agendo contro gli interessi del cittadino e segnatamente del cittadino malato a cui per greti interessi di alcuni, viene negato l’inviolabile diritto alla salute”. Nella diffida vengono citate leggi, diritti nazionali e universali per sottolineare come “è intollerabile che siano in uso i catorci della Asl di Bari, rabberciati alla meglio e in fretta e furia, pur di non far inziare il servizio già assegnato ad enti terzi a cui la Asl ha imposto di mettere a disposizioni veicoli di ultima generazione ed attrezzature all’avanguardia”.

Anche le associazioni, annunciando un più incisivo ricorso al Tar nel caso anche questa diffida dovesse essere inascoltata, si chiedono quali vantaggi possa avere la Asl continuando a rimandare l’avvio del servizio già appaltato.