«A fare una sintesi estrema la situazione è questa: i cittadini baresi pagano una TARI eccessiva e, in più, pagano le imposte che quell’eccesso comporta. Fra qualche giorno ricomincerà, anche per i contribuenti baresi, il ciclo (acconto e saldo) dei versamenti delle imposte locali. Nonostante i soliti proclami di semplificazioni e di riduzioni non è cambiato granché rispetto allo scorso anno. E soprattutto, almeno per il momento, non è cambiata l’entità della tassazione». A parlare così è Paolo Marra, avvocato tributarista  e presidente del Collegio dei Revisori del Comune di Monopoli.

«Vista però la recente nomina dell’assessore al bilancio del Comune di Bari, è auspicabile che la civica amministrazione si ponga finalmente il problema se effettivamente il gettito fiscale riveniente, per esempio dalla TARI, sia effettivamente rapportato al costo del servizio come, peraltro,stabilito dalla legge» continua Marra.

Gli chiediamo di essere più preciso: «Quantificare l’ammontare della TARI che il Comune di Bari dovrà incassare, anche per il 2015, in relazione a quanto il Comune stesso corrisponde alla sua società, ossia all’AMIU S.p.A., sulla base di un piano finanziario predisposto – guarda caso – dalla AMIU medesima, non garantisce affatto il rispetto della norma che impone di coprire i costi per i servizi di gestione dei rifiuti urbani, e solo quei costi, mediante la TARI. Ed infatti questa norma viene clamorosamente disattesa».

Marra ha esaminato gli ultimi bilanci e prova a spiegarlo anche a noi: «Lo si evince dalla semplice lettura degli ultimi bilanci dell’AMIU S.p.A., ove vengono evidenziati utili niente affatto trascurabili, nell’ordine di qualche milione di euro. E da dove scaturiscono questi utili se non dal differenziale fra quanto il Comune di Bari corrisponde, evidentemente in sovrappiù, all’AMIU per i servizi di igiene urbana e quanto l’AMIU spende per produrre quei servizi? Ciò accade o perché gli amministratori di questa società sono bravi a farsi riconoscere un corrispettivo oggettivamente sovrabbondante o perché sono ancor più bravi a contenere i relativi costi di gestione.

Nell’un caso e nell’altro, se da un lato i cittadini baresi non possono che esprimere soddisfazione per aver affidato un’importante azienda comunale ad amministratori molto attenti al conto economico della società affidatagli, dall’altro non possono non constatare che l’AMIU guadagna più del giusto e i baresi pagano più del dovuto. E poco importa se il pagamento, tramite TARI, dei servizi di igiene urbana avviene versando al Comune l’importo che poi il Comune gira all’AMIU. Sta di fatto che se l’AMIU può evidenziare nel proprio bilancio 2014 l’utile lordo di oltre 6 milioni di euro, vuol dire che il Comune di Bari ha corrisposto 5 milioni di euro in più rispetto a quanto avrebbe dovuto.

E questi 6 milioni in più li ha fatti pagare ai contribuenti della città di Bari. Se poi i cittadini baresi sapessero che, a fronte dei 6 milioni pagati in più, meno della metà resta nelle casse della loro azienda – ‘la loro azienda’ perché in fondo sono loro i veri azionisti dell’AMIU -, probabilmente non sarebbero più tanto soddisfatti. Anzi. Chi invece certamente sarà molto contento di questo meccanismo di copertura del costo del servizio di igiene urbana è lo Stato che, pur avendo com’è noto drasticamente ridotto, in nome del c.d. federalismo fiscale, le risorse destinate ai Comuni per il loro funzionamento, si vede accreditare proprio da un’azienda comunale qualche milioncino di euro in termini di imposte sul reddito.

Non pare una scelta intelligente e neppure equa perché, così operando si costringono i contribuenti baresi a pagare una tassa esosa non solo perché eccessiva rispetto al costo del servizio, ma anche perché includente ulteriori imposte che derivano proprio da quell’eccesso. Quando si dice che si pagano ‘tasse su tasse’.

È auspicabile che la neo assessora al bilancio, magari di concerto con l’assessore all’ambiente, vi ponga rimedio o riducendo l’entità del corrispettivo pagato all’AMIU e riducendo quindi anche la TARI a carico dei baresi o costringendo l’AMIU ad investire il surplus nel miglioramento del servizio, in modo da chiudere il conto economico della società, se non proprio in pareggio, con un utile contenuto».

In effetti farebbe piacere a tutti se il servizio migliorasse e potessimo, per esempio, evitare di tenerci in casa la spazzatura puzzolente anche di domenica, nelle zone in cui non si fa (ancora) la raccolta dell’organico.

Per la cronaca: il bilancio dell’Amiu Puglia verrà probabilmente approvato il prossimo 23 giugno in Assemblea dei Soci.