A supporto delle tante vicende poco chiare sulla Croce Rossa di cui vi abbiamo reso conto in questi mesi, a metà febbraio è stato depositato un esposto in 17 punti, ben circostanziato con nomi e indirizzi, presso il Tribunale di Roma indirizzato al Procuratore Generale Giuseppe Pignatone.

Una persona, evidentemente bene informata, ha messo nero su bianco fatti che, fossero accertati, getterebbero nuove ombre sulla gestione della Croce Rossa.

Tra i fatti riportati, uno dei più inquietanti è certamente quello descritto al punto 4. Il giorno prima dell’ondata di arresti per l’inchiesta Mafia Capitale, pare che un parlamentare sia stato visto presentarsi al civico 12 di via Toscana, a Roma (la sede nazionale della Croce Rossa). Nonostante numerosi testimoni oculari, sembra non ci sia traccia ufficiale della visita da parte del parlamentare.

Quanto a sperpero di denaro, al punto 3 è descritta la rescissione del contratto del direttore generale presso la sede del comitato centrale della Croce Rossa di Roma, con la contestuale liquidazione dell’intera cifra residua. Parallelamente, pare sia stata assunta una donna in sua vece, col raddoppio della spesa. A ulteriore aggravio di spesa, la nuova direttrice pare sia andata legittimamente in maternità, lasciando di fatto scoperta la carica.

Sempre nel comitato centrale della CRI di Roma, negli ultimi anni sarebbero state assunte diverse figure nonostante la disponibilità di altre, precarie da anni, già in organico alla Croce Rossa (punto 6).

L’esposto integrale, epurato dei nomi citati in quanto i fatti descritti non sono ancora stati verificati dalla Procura, si può leggere nella galleria fotografica che pubblichiamo. Ovviamente ne prendiamo le distanze, seppure chi lo ha presentato si dice disposto a chiarire elle sedi competenti quanto denunciato.