Le sette postazioni aziendali del 118 barese, affidate con affanno e confusione alle associazioni di volontariato non partiranno neppure il primo giugno, come invece annunciato. E le automediche? Nemmeno a parlarne. Le associazioni che si sono aggiudicate la contestatissima gara per la gestione delle postazioni di Locorotondo, Alberobello, Noci, Putignano, Gravina, Santeramo e Altamura non hanno ancora firmato la convenzione o ricevuto alcuna comunicazione per l’avvio in urgenza. Chissà con quali criteri vengono inserite le date nelle delibere.
A voce si sa che forse partiranno il 4 o il 5 giugno o chissà quale altro giorno. Il solito chiacchiericcio di chi critica la nostra inchiesta e poi manda messaggi in privato. I turni degli autisti aziendali, intanto, sono stati compilati per tutto il mese di giugno (foto di apertura arrivata direttamente dal Coordinamento di Triggiano). Non si sa mai. Le automediche, invece, quelle costate 300mila euro e abbandonate all’esterno dell’ospedale Fallacara di Triggiano da due anni, pare non si mettano in moto perché alcuni medici abbiano chiesto un bando per la mobilità interna. I veterani vorrebbero scendere dalle ambulanze per salire sulle automediche. Si tratta di voci, perché nessuno chiarisce nulla. Nessuno dice una volta per tutte come stanno le cose. Cambiano i vertici ma non l’approssimazione, i controsensi e i no comment dietro i quali è più facile trincerarsi. Chisà se dopo le elezioni regionali cambieranno di nuovo tutto e tutti.
Il clima è tesissimo. Il 118 è una polveriera su cui è arrivato il momento – a nostro avviso – che anche la Corte dei Conti accenda i riflettori. Non sappiamo se quelli della Procura si siano già spenti o siano mai stati accesi. Sì, perché sono proprio i conti a non tornare. Non ci riferiamo alle presunte irregolarità e alle presunte false documentazioni prodotte da alcune associazioni, contro cui un paio di delusi starebbero per partire almeno un paio di ricorsi al Tar.
Soldi, tanti soldi, buttati letteralmente dalla finestra. Le postazioni – come detto – sarebbero dovute passare nelle mani delle associazioni il primo giugno. Sette mesi per un costo complessivo di 1.000.000,00 di euro da imputare sull’apposito conto del Bilancio 2015. Per quale misteriosa ragione, se il servizio convenzionato sarebbe dovuto partire in queste ore, la determina firmata dal direttore generale della Asl, Vito Montanaro, stabilisce che il periodo è quello compreso tra il primo maggio e il 31 dicembre? E chi paga per quest’altro ritardo? Le associazioni hanno forse già preso la prima tranche del pagamento senza ancora aver iniziato a prestare il servizio? Se di sperpero si tratta, chi è il responsabile? Evidentemente ai piani alti dell’ex CTO quando sono sotto pressione vanno in tilt. Sono diverse le cose che indignano.
Per un attimo mettiamo da parte il lavoro svolto dalla Commissione che ha aggiudicato le postazioni per due volte provvisoriamente, prima di affidarle in maniera definitiva, ma controversa. Commissione presieduta da Antonio Dibello, l’uomo che non riesce proprio a decidere se continuare a fare il direttore del Pronto soccorso dell’ospedale della Murgia o il coordinatore del 118 barese. Dibello probabilmente non si è reso conto, ma non si è reso conto neppure chi continua a farglielo fare, che i due ruoli sono strategici e meriterebbero un “capo” a tempo pieno. Così come bisognerebbe unificare una volta per tutte la gestione della Centrale operativa e del corrdinamento, per evitare che a Triggiano si faccia un po’ come gli pare.
Torniamo a parlare di ambulanze. Nella delibera 0577 del 21 aprile del 2015 si scopre che la Asl di Bari ha acquistato dalla catanese G.G.G. Elettromeccanica 16 ambulanze per una cifra di 1.115.200,000 euro. Mezzi tanto attesi che dovranno sostituire i catorci da rottamare (come dichiarato dallo stesso Dibello), usati in diversi ospedali, anche per trasporti d’emergenza. Mentre tutto viene rimandato, scopriamo che l’ambulanza della postazione di Santeramo è stata tamponata e sarebbe ormai andata per sempre al creatore. A sostituirla sarebbe stata messa l’associazione che si è aggiudicata la gestione della potazione, la Emervol di Toritto, come successe qualche giorno fa con la Sercorato ad Altamura. Almeno in questo caso la prestazione rientra nella normale gestione della postazione o si paga una cifra supplementare? E ci ritorna in mente la vecchia ambulanza di Gravina, la CP129HT, incidentata a ottobre del 2013 e adesso evidentemente mal nascosta dagli occhi indiscreti e da quanti potrebbero utilizzarla per ricavare pezzi di ricambio, nel parcheggio dell’ospedale Umberto I di Altamura, dove ancora ha sede la postazione del 118. Perché se il mezzo di soccorso non è più utilizzabile, in più di un anno e mezzo non è stato ancora rottamato? C’è qualcuno che ne trae benefici, o prima o poi – sempre non venga vandalizzata – si vuole rimettere in sesto? (le foto in galleria si riferiscono proprio all’incidente, al trasporto in ospedale col carro attrezzi e al mezzo abbandonato)
 
Sarà la maledizione delle 13 automediche nate sbagliate, riallestite e chissà ancora per quanto tempo abbandonate nella sede del Coordinamento, a Triggiano, costate – lo ricordiamo – la bellezza di 300mila euro. In due anni sono state impiegate una manciata di volte, soprattutto in occasione di sagre e feste paesane su sollecitazione di di alcuni amministratori comunali. Da qualche giorno meccanici ed elettrauti, con la solita supervisione di alcuni “referenti” del Coordinamento, che continuano ad accumulare un bel gruzzoletto in straordinari, sono al lavoro. Pare si stiano montano pure i gps per il collegamento con la centrale operativa del 118.
Comunque vada sarà un insuccesso colossale, finora senza un solo responsabile. Una mano lava l’altra. Quante ambulanze nuove si sarebbero potute acquistare coi soldi pubblici, evitando di dare per sei mesi le postazioni in gestione alle associazioni e soprattutto evitando di comprare quell’aborto di automediche? I problemi sono a catena. Per esempio, si sarebbero potuti pagare gli arretrati – sempre che non si sia provveduto in questi giorni – dovuti ai meccanici contenti di riparare i catorci della Asl, un po’ meno dei pagherò. Alla faccia della spending review. Per come gira l’Italia è molto probabile che ai responsabili di questo scempio siano anche stati riservati premi di produttività e di budget. Tanto per non farsi mancare niente.
La domanda che tutti si pongono ora è: gli autisti delle automediche che fine fanno? I 36 della Asl ora alla guida delle ambulanze delle sette postazioni aziendali, che saranno sostituiti da quelli impiegati dalle associazioni di volontariato, non sono sufficienti per turnare sulle automediche. Sono per caso stati riconvertiti altri cuochi? Poche idee e confuse. Se poi, in attesa di un’illuminazione, gli autisti aziendali dovessero essere messi in ferie forzate – come nel caso della sostituzione temporanea dell’ambulanza di Altamura – si concretizzerebbe un altro danno erariale. A guardare bene sul sito della Asl, infatti, non c’è nessun bando di mobilità interna per gli autisti aziendali, che rimarrebbero senza fare niente dopo l’affidamento delle postazioni alle associazioni di volontariato. Errori su errori. Magari quei soldi sarebbero potuti servire per rinnovare i contratti ai medici in convenzione del 118 o assumere qualche precario. Così, solo per fare i primi esempi che ci vengono in mente.
Dovessero partire le automediche, poi, ci sarebbe bisogno degli infermieri, che allo stato attuale scarseggiano. Da qualche tempo su Facebook è comparso un fake (personaggio fasullo) che ci chiede di individuare i responsabili di questa assurda gestione del 118 barese, per evitare di fare nomi a caso. Purtroppo vorremmo non sparare nel mucchio, ma dalla Asl non arriva nessun chiarimento. Il nostro compito è sollevare quesiti, raccontare ciò che scopriamo. Lo facciamo da oltre due anni. Individuare in che modo tale gestione avrebbe causato un danno alle casse pubbliche o starebbe compromettendo la sicurezza di equipaggi e pazienti spetta ad altri.
Un milione 115.200,000 euro per l’acquisto di 16 nuove ambulanze – l’azienda catanese è stata l’unica a presentare un’offerta – e un milione di euro per la gestione ormai di sei mesi (forse meno) di sette postazioni del 118. Fateci sapere se a voi i conti tornano.