I sindacati sono in fermento e indignati con il nostro giornale, nonostante i sindacalisti storici conoscano bene le strategie utilizzate per bandire concorsi pubblici, riqualificazioni aziendali, trasferimenti, affidamenti diretti. Evidentemente abbiamo aperto il vaso di Pandora, in cui qualcuno in passato aveva già sbirciato. Non siamo i primi, ma siamo certamente quelli che più di tutti hanno deciso di non nascondere la mano dopo aver tirato ormai diverse pietre.

Dopo un sorriso, comunque amaro, certe dichiarazioni sindacali ci hanno lasciati senza parole, sgomenti. Una delle sigle più combattive, forse quella che ha più scheletri nell’armadio, è la FAISA-CISAL, quella dell’ex sindacalista Pasquale Malatesta che, alla vigilia di una riqualificazione aziendale in cui era coinvolta anche la figlia Annamaria, di fatto ricatta il capo del personale Aldo Corvino. Alla fine della giostra la figlia di Malatesta avanza di parametro e il segreto di Corvino sull’incidente avuto con la macchina aziendale mentre era a Milano con la famiglia, non viene svelato.

La FAISA-CISAL ci attacca, ma non dice una sola parola sulla lettera di Malatesta. Dalla Basilicata ci scrive Lucio Malatesta, probabilmente solo un omonimo di Pasquale. Non siamo riusciti a verificarlo. “Giù le mani dalle Fal”, tuona il comunicato. Come dargli torto: giù le mani dalle FAL! Ciò che nessuno ha digerito pare sia stato l’aver accostato l’intollerabile parentopoli delle Apulo Lucane agli altri scandali nazionali di questi tempi. Come al solito si cerca di tirare fuori l’arma di distrazione di massa.

Ci fa piacere che Malatesta, questa volta Lucio, scriva che: “L’eventuale errore è ovviamente umano, l’avere dubbi su alcune procedure interne aziendali è legittimo e democratico”. Se le FAL non sono cime dice “Il covo di chissà quale organizzazione malandrina” e se questa circostanza  “è totalmente artefatta e priva di verità”, perché nessuno negli anni ha chiesto conto di quegli errori niente affatto eventuali?

Il comunicato che ci ha fatto sobbalzare dalla sedia, però, sempre targato FAISA-CONFAIL, è quello barese a firma del segretario aziendale Giuseppe De Manna. Vogliamo subito rassicurare lo scrupoloso sindacalista. Il nostro non è un attacco strumentale ai danni dei lavoratori che, al contratrio, vorremmo fossero trattati tutti nella stessa maniera. Per quale motivo, esistendo un ufficio paghe, le buste le compila un’azienda esterna, per di più di San Severo, la città di residenza del direttore del personale? Vorrà dire che gli interni sono delle schiappe e possono essere trasferiti altrove senza che se ne senta la mancanza.

Il problema, signor De Manna, non sono le malattie (sulle quali sono stati erroneamente puntati i riflettori), pur eccessive in alcuni casi come confermato dal presidente e direttore generale Matteo Colamussi, ma i congedi parentali, i permessi, gli allattamenti e altre forme di tutela, apparentemente non assicurate a tutti nello stesso modo, anche perché non tutti hanno evidentemente interessi in altri settori come quelli dello zafferano e dei fuochi pirotecnici.

Al segretario aziendale vorremmo chiedere le modalità con cui sono stati assunti il figlio e il genero, per esempio, oltre a tutti gli altrui parenti che affollano le Ferrovie Apulo Lucane. Sarebbe bello sapere come mai i sindacati non si siano indignati per l’affidamento diretto di alcuni appalti ad aziende in cui lavorano figli di dipendenti delle Ferrovie Apulo Lucane (adesso arrivano anche tutti i nomi, a scanso di equivoci). Ciò che è becero, signor De Manna, non è il nostro presunto giustizialismo, ma il vostro silenzio assurdo.

L’OR.S.A. Trasporti, invece, si chiede come siano potuti uscire dall’azienda dati sensibili. La privacy in azienda non è un optional, ve lo assicuriamo. La realtà è che il fronte dei maltrattati si fa sempre più nutrito e i panni sporchi, ormai, non si possono più lavare solo in casa. La gente vessata adesso parla e tira fuori tutti i rospi. Su una cosa, però, siamo d’accordo con l’OR.S.A.: bisogna fare una denuncia all’Autorità Giudiziaria, seppure sembra sia stata già presentata ai Carabinieri. In questo modo, forse, qualche magistrato potrebbe interessarsi delle dinamiche aziendali, facendo una volta per tutte chiarezza su concorsi, avanzamenti di carriera e rapporti politici e sindacali nell’affidamento diretto, anche in maniera prolungata, di incarichi e appalti. In questi casi si dice: da cosa nasce cosa. Siamo d’accordo su un’altra questione: gli utili annunciati dal presidente e direttore generale Colamussi dovrebbero essere ridistribuiti ai lavoratori. A quelli che non hanno accumulato un numero intollerabile di assenze, non solo per malattie giustificate.

L’ultima posizione, che pubblichiamo integralmente, è quella del segretario generale barese della Filt Cgil Maria Teresa De Benedictis, competente, ma forse troppo giovane per avere contezza di alcune prassi diventate consuetudine con il passare degli anni e dei presidenti.

Tutte le posizioni dei sindacati, che ci piacerebbe sentire ai nostri microfoni per porre loro alcune domande particolarmente dettagliate, sono pubblicate qui sotto o nella galleria fotografica. Vorremmo solo tranquillizzare la segretaria della Filt Cgil sul fatto che i nomi arriveranno. Bisogna essere meticolosi quando non ci si limita a pubblicare comunicati stampa con proclami e annunci. Non abbiamo mai sparato nel muchio. Non lo faremo neppure questa volta.

LA POSIZIONE DELLA FILT CGIL – la segreteria Filt Cgil Bari non si riconosce nelle pesanti dichiarazioni “famiglia allargata …. in cui la politica e i sindacati mangiano a piene mani nello stesso piatto”  contenute nell’articolo  intitolato “Parentopoli FAL, il caso Corvino: l’incidente a Milano e il ricatto del sindacalista compromesso”  di martedì 30 marzo 2015.

Generalizzare per colpire tutti e fare di ogni erba un fascio non e’ sinonimo di correttezza e trasparenza, il coinvolgimento in fatti cosi gravi di persone o strutture sindacali presuppone chiarezza espositiva e circostanziata con nomi e cognomi degli eventuali partecipanti alle spartizioni, senza lanciare il sasso e poi nascondere la mano.

Stiamo chiedendo semplicemente uno sforzo di trasparenza, un articolo che chiarisca senza ombra di dubbio il significato della frase…in cui la politica e i sindacati mangiano a piene mani…..

Anche perche restiamo convinti che nascondendosi dietro comode e non impegative generalizzazioni non si fa un buon servizio al paese.

Restiamo quindi in attesa di una risposta in linea con i doveri della corretta informazione. Qualora ci fossero coinvolgimenti della nostra organizzazione, interverremmo sanzionando i responsabili in maniera adeguata e determinata, come è costume della nostra organizzazione.