Quando si portano avanti certe battaglie di legalità e trasparenza, come quella sulle Ferrovie Apulo Lucane, ci si aspetta prima o poi l’intervento della politica, delle istituzioni, della magistratura. È probabile che qualcuno scambi la costanza con la guerra personale. Ciò che non mi era ancora capitato, invece, è che un lavoratore – pur conscio delle eventuali ripercussioni – decida di mettere nero su bianco il proprio dissenso; scelga di metterci la faccia, di indignarsi e proporre, con molti timori e altrettanto coraggio. Ringraziamo Gabriele Di Stasio, dipendente delle Ferrovie Apulo Lucane, per aver scelto di firmare e inviarci una lettera aperta ai vertici dell’azienda sotto i riflettori per una gestione discutibile, che favorisce le appartenenze politiche e sindacali piuttosto che il merito.

LETTERA APERTA – di Gabriele Di Stasio – lavoratore Ferrovie Apulo Lucane

Dottor Colamussi, signor Corvino, ingegner Messano,
non so se per questa lettera pubblica verrò licenziato o invitato dalle pressioni a dimettermi ma, dopo aver riflettuto non poco ho deciso da lavoratore delle Ferrovie Apulo Lucane e ancor più da cittadino, di rivolgere a voi, principali organi aziendali, alcune righe.

Da quando sono stato assunto mi sono reso conto di non essere in un’azienda normale ma di essere in una situazione molto difficile. Non per gli iniziali contratti a tempo determinato, ma perché mi sono reso subito conto che un’azienda organizzata in questo modo non ha futuro perché mette da parte le competenze e premia le conoscenze personali.

Un barlume di speranza l’ho intravisto nel discorso di presentazione di Colamussi anni fa quando, da allora 37enne, si scusò per la situazione che aveva trovato e promise un’impresa più efficace ed efficiente attraverso merito e partecipazione dei lavoratori. Oggi ci ritroviamo umanamente in una situazione più grave di quella che egli aveva trovato allora. Il caso Corvino non può essere ignorato perché è emblematico di una situazione che tocca tutti noi.

Colamussi, le chiedo che senso ha avuto assumere nel suo staff avvocati se le Fal già ne avevano diversi e inoltre pagano da anni con i soldi dei cittadini uno studio esterno? Perché ha assunto ingegneri senza premiare – lei che parla di sistema premiante – il personale interno, ad esempio due ingegneri che guidano da anni i treni? E perché ha ultimamente espletato un concorso esterno di ufficio stampa vietato agli interni, richiedendo diploma superiore, quando vi sono già giornalisti interni laureati costretti a guidare il bus? Perché questa mancanza di rispetto per i dipendenti delle Fal?

Colamussi, lei è forse così cattivo da rovinare volutamente la vita umana e professionale dei dipendenti più preparati e non sponsorizzati? Sono così cattivi anche Corvino e Messano, direttore di esercizio? Secondo me no.  Siete co-stretti fra le richieste di sindacati e di partiti, quelli che hanno la maggioranza in Basilicata e quelli che hanno la maggioranza in Puglia. Colamussi, partiti e sindacati hanno minato la sua iniziale volontà di merito interno pretendendo da Corvino, il nostro direttore delle risorse umane ed ex sindacalista e macchinista delle Ferrovie dello Stato, il mantenimento e il rafforzamento del sistema denunciato da bari.ilquotidianoitaliano.it. Adesso, però, sotto i riflettori ci siete voi e noi lavoratori dell’azienda che siamo confusi, non abbiamo nessun punto di riferimento. È triste. In Fal ci si guarda senza fiducia l’uno nell’altro.

Un’azienda intera che va avanti a forza di minacce come quella pubblicata da bari.ilquotidianoitaliano.it, minacce che una gestione più trasparente e oculata avrebbe evitato. Vi chiedo maggiore coraggio, il coraggio di essere trasparenti, il coraggio di ammettere che si poteva fare meglio. Il passato non si cambia ma è di esempio. Aprite i concorsi interni alla trasparenza e premiate i titoli di studio e le competenze, non le appartenenze. Evitate di assumere se non riqualificate il personale, per non sperperare soldi pubblici.

È vero, avete sbagliato. Adesso non cedete più ai ricatti dei partiti e di quei sindacalisti che tali non sono, in quanto non difendono l’interesse di tutti ma solo il proprio. Nelel Ferrovie Apulo Lucane vi sono più di 600 risorse. Per questo sistema autocannibalista ho visto avvocati preparati che sono costretti su una scrivania a espletare ruoli marginali e ingegneri guidare i treni. Una situazione gravissima che porterà l’azienda alla distruzione. Voi come responsabili di un’azienda socialmente importante come le Ferrovie Appulo Lucane cosa farete in merito?

Perché non solo pochi sponsorizzati, ma tutti i lavoratori hanno diritto alla felicità. Io da lavoratore e da cittadino spero in un’effettiva presa di posizione con i fatti in direzione del merito, della trasparenza e delle competenze. Sarò primo testimone anche di questo, se e quando avverrà.