Seppure quella di oggi è stata una giornata parlamentare ad attività ridotta, il grido degli operatori della Croce Rossa in protesta contro la privatizzazione, non è rimasto inascoltato a Palazzo Montecitorio.

Una delegazione degli oltre 300 manifestanti è stata ascoltata dalla Commissione Sanità della Camera e successivamente, nell’aula Tatarella, in una conferenza stampa si è discusso sui temi affrontati durante il vertice.

Abbiamo raccolto il parere di alcuni parlamentari sull’affaire Croce Rossa, per comprendere l’ago della bilancia politica da che parte pende.

Per l’onorevole Giulio Marcon, di SEL, la Croce Rossa va commissariata e il decreto 178 così com’è non va, ma deve prevedere la salvaguardia del posto di lavoro per gli operatori dell’ente. Occorre rivoltarla come un calzino.

L’onorevole Arturo Scotto, anche lui in quota SEL, si domanda che fine facciano i fondi previsti dal Parlamento per l’ente e a riguardo annuncia un’interrogazione in tempi rapidi.

Per l’onorevole Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, la Crocerossa è vittima di una sottovalutazione mediatica perchè oggetto di interessi inconfessabili su due fronti: il primo è il suo immenso patrimonio immobiliare, il secondo è nell’affare della gestione da parte dei privati dei servizi attualmente erogati dall’ente.

Alla compagine di parlamentari che chiedono chiarezza sull’attuale gestione della Croce Rossa o il commissariamento dell’ente si sta unendo anche la voce della Lega Nord.

Abbiamo tentato di conoscere la posizione di diversi altri onorevoli e sentatori sulla vicenda. Due su tutti, il presidente del Senato, Pietro Grasso, che però non ha voluto rispondere, e Rocco Palese, che ha mostrato di avere idee poco chiare a riguardo.