Chiamate ai Vigili urbani, segnalazioni all’Amiu e sulle pagine Facebook tanto care al sindaco e a questa amministrazione comunale, ma nessuna risposta ufficiale. Ci hanno provato in tutti i modi i cittadini di Japigia a segnalare lo scempio, ma i grossi sacchi pieni di amianto sgretolato – il più pericoloso di tutti – sono ancora lì da ieri mattina: via Peucetia all’altezza dei civici 37 e 90, via Archita 37, via Schiraldi tra via Oberdan e via Caldarola. Zone trafficate, in cui c’è anche una scuola, la San Francesco, in cui tanta gente è già venuta in contatto con le fibre di amianto.

Il più deluso è Nicola Brescia, presidente del Comitato cittadino Fibronit. Una parte di quell’amianto è stato abbandonato non molto distante dalla fabbrica della morte. È stato lo stesso Brescia questa mattina, di buon’ora, a tornare sul posto per vedere se i sacchi fossero stati rimossi.

«Quell’amianto – spiega Brescia – è pericolosissimo. Può darsi che chi lo ha abbandonato ha pensato che in questa zona venisse tolto in breve tempo. Ho pensato molto a un post letto su Facebook di un cittadino che scriveva: se non riescono a togliere due o tre sacchi di amianto, chissà se e quando lo faranno il parco sulla zona della Fibronit. Non c’è dubbio si tratti di un episodio emblematico». Bari sta pagando e ha pagato a caro prezzo la presenza della Fibronit, soprattutto in termini di vite umane.

«Dalle istituzioni di una città come la nostra – tuona Brescia – ci si aspetterebbero interventi più tempestivi, soprattutto quando si verificano emergenze come questa. Cominciamo a pensare che ci sia una certa insensibilità all’ambiente. Sarà che i giorni festivi non passano per raccogliere l’indifferenziato e spero vivamente che quell’amianto non finisca nei cassonetti. Va smaltito da aziende specializzate e in discariche specializzate».

Al di là della stupidità della gente che butta queste cose, senza contare i rischi che personalmente corre, non può passare tutto questo tempo prima di intervenire. Il guaio maggiore, poi, è che il folle ha pensato bene di abbandonare l’amianto sgretolato nel fine settimana. «In molta gente – conclude Brescia – scarseggia la fiducia nel fatto che ci sia realmente capacità e voglia di risolvere la faccenda».

Il dirigente della Ripartizione competente sarebbe stato avvertito ieri pomeriggio verso le 18 e sarebbe attivato prontamente. «Chi ha fatto una cosa simile – incalza l’assessore comunale all’Ambiente, Pietro Petruzzelli – è un criminale. Per non gettare il manufatto intero, occupando meno spazio, lo ha sgretolato. Il dirigente della Ripartizione è intervenuto personalmente dopo la segnalazione dell’Amiu, coprendo con del cellophane quei sacchi disseminati in diversi punti del quartiere. Sappiamo che si tratta di una soluzione di fortuna. L’iter amministrativo è partito e prevede che la ditta specializzata, alla quale è già stato dato l’incarico, debba interessare la Asl prima di procedere. Da parte nostra c’è la massima attenzione e sto andando sul posto per rendermi personalmente conto di quanto è successo».

La polemica non si placa anche sulla modalità di intervento che ha portato alla copertura dei cumuli di amianto. «Secondo quanto mi risulta, l’intervento (solo in uno dei siti incriminati, quello in via Peucetia nelle vicinanze della scuola) – replica il presidente del Comitato cittadino Fibronit – è stato parziale. I Vigili urbani hanno provveduto a coprire con un telo l’amianto. Operazione fatta a mani nude – stando a quanto dicono i residenti – senza utilizzare le necessarie precauzioni. È sicuramente un’emergenza mal gestita».

Intanto, questa mattina, l’assessore Pietro Petruzzelli, il presidente del comitato Fibronit Nicola Brescia e il direttore della ripartizione Tutela Ambientale Vincenzo Campanaro hanno provveduto al confinamento di tutti i cinque siti in cui sono stati rinvenuti i sacchi pieni di materiale tossico. Una copertura provvisoria approntata con teli di cellophane e nastro isolante in attesa che domani mattina, la ditta specializzata provveda alla rimozione e allo smaltimento.