L’autobus è fermo da qualche minuto. Sono le 7.50. L’autista del numero 10 aspetta i meccanici. Chiacchiera rassegnato con il collega della corsa successiva arrivato nel frattempo. Proprio ieri siamo usciti con la mappa delle corse che non prenderete mai, quelle che vengono sacrificate quotidianamente per la mancanza di mezzi da mettere su strada. Sono una quarantina ogni giorno. Ancora una volta, però, la notizia non è l’ennesimo pullman fermo sul ciglio della strada, stamattina a Poggiofranco.

Ciò che indigna è constatare che la bagarre sugli autisti fannulloni – per carità, ce ne sono – sia stata uno specchietto per le allodole; un modo per distrarre l’utenza, in realtà mai così consapevole dei proclami senza seguito e dello sfascio dell’azienda del trasporto pubblico oltre che dei suoi autobus, in alcuni casi perfino da rottamare.Una buona parte degli autisti ha deciso di mollare i sindacati e di rivolgersi a un avvocato.

Abbiamo scoperto che il numero 10 fermo per un’avaria al motore non sarebbe dovuto uscire. Le condizioni degli pneumatici, completamente lisci e spaccati in alcuni punti lo rende un’arma. Non c’è altro modo per definire un veicolo in questo stato. Per un attimo lasciamo perdere le condizioni pietose della carrozzeria.  In quello stato gli pneumatici potrebbero scoppiare da un momento all’altro, in mezzo al traffico, magari su uno stradone a velocità sostenuta oppure in avvicinamento a una fermata – molte delle quali pericolose – piena di gente.

Una situazione intollerabile, che rende ancora meno accettabili i benefit del direttore generale Francesco Lucibello, il suo stipendio e la scelta, in parte giustificata dal sindaco Decaro, di procedere fin dal primo momento con le non certo gratuite promozioni di una parte del personale. Quanti pneumatici potrebbero essere acquistati tagliando davvero il superfluo? Può decidere cosa sia superfluo un dirigente che ha preteso di conservare l’auto potente, la benzina, il telefono e la casa pagati?

Da qualche mese racontiamo di come la situazione sia sfuggita di mano. Gli episodi che continuiamo a denunciare ci danno ragione. Raccomandarsi a Dio non basta più.