Chi legge l’Avvenire di Salvatore Mazzaracchio? No, non siamo ad una riunione di cartomanti che fanno a gara per scoprire il futuro dell’ex senatore della Repubblica. Tuttavia, la domanda è comunque lecita e vi spieghiamo il motivo.

Qualche giorno fa siamo entrati in possesso di una copia dell’Avvenire, quotidiano nazionale di ispirazione cattolica, di giovedì 9 ottobre 2014. Il giornale è stato spedito in via Caduti di tutte le guerre, sede dell’A.Re.S. (Agenzia Regionale Sanitaria della Puglia), al nome del dottore Salvatore Mazzaracchio.

Non ricordiamo bene la carriera politica di Mazzaracchio, abbiamo memoria della sua carica da assessore alla Sanità della Regione Puglia ma le fotografie sono talmente sbiadite da non riuscire a collocarle in un preciso spazio temporale. È passato tanto tempo, questo è sicuro. Tempo che si trasforma in danaro laddove un abbonamento annuale al giornale milanese ha un costo di circa 300 euro. Non una cifra esorbitante, tutto considerato, ma comunque bei soldi.

Per toglierci ogni dubbio prendiamo il telefono e chiamiamo il diretto interessato. Mazzaracchio ci racconta di essere stato assessore regionale dal 2000 al 2005. Ci racconta poi di come sia stato deputato e senatore della Repubblica fino al 2013, di come i rapporti istituzionali con il governo pugliese siano di fatto chiusi da circa dieci anni ma soprattutto di non aver mai sottoscritto alcun abbonamento a suo nome per il pur apprezzato quotidiano Avvenire. «Magari il loro voleva essere solo un regalo – sorride a fine telefonata – ma se il destinatario doveva essere l’assessore alla Sanità son rimasti indietro di molti anni. Se invece il regalo è personale, che me lo mandino a casa».

Cerchiamo di venire a capo della faccenda e chiamiamo direttamente la redazione del giornale di Milano. Ci facciamo passare l’ufficio abbonamenti. Dall’altra parte della cornetta ci confermano subito che in via Caduti di tutte le guerre, a nome Mazzaracchio, vengono recapitate ben cinque copie a settimana (dal martedì al sabato) ma allo stesso tempo cancellano immediatamente l’ipotesi dello sperpero di moneta pubblica: l’invio del quotidiano a sindaci, assessori e istituzioni tutte è infatti garantito ed economicamente coperto da alcuni sponsor. A domanda esplicita ci rispondono: «State tranquilli, non paga la Regione».

Niente malefatta, parrebbe. Ma il fatto resta. In dieci anni nessuno si è mai preoccupato di comunicare che il dottore Salvatore Mazzaracchio non “abita” più lì. La domanda, dunque, alla fine di questo breve racconto, è ancora più forte di prima. Nelle mani di chi è finito l’Avvenire di Mazzaracchio? Chi sa, parli.