«Dobbiamo dirci le verità ed evitare che si parli in maniera abnorme delle liste d’attesa, mettendole sotto tutela, perché se da una parte ci sono investimenti sulle infrastrutture, dall’altra c’è l’arrivo del personale». Così l’assessore regionale alla sanità Donato Pentassuglia.

«Dobbiamo capire se davvero sono liste d’attesa, o artatamente costruite su vari interessi. Su questo non farò un millimetro indietro, perché penso, ritengo che le liste d’attesa d’attesa siano un grande bluff artatamente utilizzato da pezzi del mondo del sistema salute anche pugliese».

«A dicembre – ha spiegato – avevo tentato di mandare indietro le persone dagli sportelli se non avevano le ricette biffate correttamente, con la U di urgente differibile o programmabile registrata dal medico insieme alla diagnosi. L’accordo con i medici di medicina generale – ha continuato – ha portato a un dato, che il 15% è diventato il 62%, se andiamo al 100% nelle liste d’attesa vanno codificate tutte le urgenze dalle differite alle programmabili.

Le liste devono essere aperte tutte ogni giorno – ha ribadito Pentassuglia – perché nel sistema c’è il programma che legge la data più utile e più veloce rispetto alla prescrizione. Per cui il cittadino sa, dalla prescrizione che gli viene data allo sportello, se può anticipare e dove può andare. Salvo poi verificare – ha concluso – come è successo per Brindisi che il 40% delle persone richiamate ha deciso di lasciare la data inalterata, perché non si è voluta spostare nel centro più vicino che gli garantiva la prestazione».