L’assenza immotivata di chi avrebbe dovuto dare risposte al personale, alla cittadinanza, l’imbarazzo della politica e un maldestro tentativo di boicottaggio. Sono le tre vere notizie emerse al convegno sulle criticità e sul futuro dell’ospedale della Murgia organizzato dal sindacato FSI. Un flop annunciato e doloroso per un territorio che rivendica a gran voce i propri diritti. Un paio di giorni prima la direzione del nosocomio aveva fatto sapere agli organizzatori che l’auditorium dell’ospedale non poteva contenere più di 100 persone ed era stato concepito solo per l’organizzazione di convegni medici. In realtà quella sala di posti a sedere ne ha 252, con tutte le autorizzazioni necessarie per lo svolgimento di qualsiasi evento.

Peccato davvero, perché si è persa una grande occasione di confronto, acceso ma leale. Non c’era l’assessore regionale alla Sanità Pentassuglia, che in quest’opedale non è mai venuto e non ha mai risposto a nessuno degli inviti del territorio, anche quando a farli sono stati i sindaci. Non c’era il direttore generale della Asl Montanaro, ma soprattutto – alla luce delle grandi polemiche sull’efficienza della struttura – non c’erano il direttore del Pronto soccorso Dibello e il direttore sanitario Sansonetti. Al suo posto, un medico della direzione sanitaria ha fatto i saluti e se n’è andato dopo dieci minuti.

Eppure, il 14 aprile del 2014, il giorno dell’inaugurazione dopo 18 anni d’attesa, il presidente della Regione Vendola disse: «Questo sarà il presidio di eccellenza del territorio, in grado di attrarre pazienti da fuori regione». Promessa elettorale – allora eravamo alla vigilia delle elezioni europee. Trentanove nuovi posti letto – senza sapere quando saranno attivati – è la promessa alla vigilia di queste elezioni regionali.

Intanto si scopre che all’ospedale della Murgia mancano i primari, ma soprattutto manca il personale; piove in rianimazione; la struttura non è stata completata; la pista di atterraggio non è agibile; non c’è traccia dei reparti di neurologia, neonatologia, urologia; la rete IMA-SCA che non tiene conto della distanza dei centri di riferimento e delle difficoltà.

Per aprire questa struttura sono stati chiusi 3 ospedali del territorio, peggiorando di fatto il servizio perché gli abitanti della zona spesso decidono di andare altrove a farsi curare. Altro che eccellenza. L’unica nota positiva – al netto degli imboscati – è la dedizione e l’abnegazione di tutto il personale. La conferma è arrivata in occasione della gestione dei feriti in seguito all’esplosione della bomba alla sala giochi di Altamura.

Efficaci ed esaustive le relazioni dei due grandi accusatori di queste settimane, la dottoressa Francesca Mangiatordi, del Pronto soccorso e il dottor Francesco Papappicco, segretario regionale dell’FSI 118 e medico dell’equipaggio della postazione 118 di Gravina. C’erano tre consiglieri regionali, tre sindaci del territorio, l’associazione dei medici di Gravina, l’onorevole Cariello e il candidato alla presidenza della regione Puglia del Movimento 5 Stelle, alcuni pazienti e i dipendenti.

Tante le domande di quelli ai quali – boicottaggio nel boicottaggio – non era stato detto che il convegno si sarebbe tenuto al teatro Mercadante di Altamura. Domande purtroppo senza risposte. La speranza adesso è che il territorio faccia sentire la propria voce, che metta da parte le questioni di campanile. L’unico modo per evitare che l’Ospedale della Murgia resti solo una grande incompiuta, terreno fertilissimo per le ormai stantìe promesse elettorali.