«Senza lavorare sto male, non mi sento realizzato». Fare l’autista significa garantire un servizio alla città ma molti dipendenti, anche alla luce della difficile situazione che sta vivendo l’Amtab, non sembrano essere poi così felici. Abbiamo raccolto la testimonianza di uno di loro. Il suo racconto va dal disastro dei pullman, che rischiano di rompersi in qualsiasi momento, al premio produzione, che gli autisti rischiano di perdere. «Mi sento allo sbaraglio, abbandonato. Svolgo sempre il mio lavoro, ascolto ogni giorno le lamentele dei passeggeri e ora vogliono toglierci anche questi soldi. Quasi quattrocento euro al mese. Io sono per la penalizzazione di chi non lavora come si deve, ma punissero i colpevoli, non tutti quanti noi».

Sei, sette ore e mezza consecutive seduto al volante. Mentre ci sono altri dipendenti che puntualmente saltano i turni di lavoro nel weekend. «Sta diventando una tortura a livello psicologico. Rischiamo di impazzire. Per questo mi appello al direttore generale Lucibello (che invece non rinuncia ad alcun benefit, ndr), nella speranza che vengano penalizzati solo quelli che non svolgono il proprio dovere. Noi dobbiamo mantenere delle famiglie. Non è una soluzione andare a togliere i soldi a chi aspetta il rinnovo del contratto da oltre 10 anni».