La nostra incursione nell’autoparco della Croce Rossa, seguita da un blitz dei Carabinieri del Nucleo antisofisticazione, ha colpito in alto. Ha fatto male. Il finora silente presidente nazionale dell’ente, Francesco Rocca, è finalmente uscito allo scoperto. Lo ha fatto inviandoci alcune “precisazioni” sulle presunte inesattezze pubblicate nel nostro pezzo, esprimendo la massima collaborazione nell’attività di indagine dei Carabinieri. Un comunicato sterile, senza riferimenti normativi. Ben poca cosa rispetto a quanto ci saremmo aspettati. Il nostro dovere è quello di dare voce a tutti, anche a chi si sente leso, ma più di ogni altra cosa abbiamo il dovere di andare fino in fondo ed evitare l’insabbiamento o l’inquinamento delle carte. Siamo in grado di smontare, pezzo dopo pezzo, la smentita arrivata da Roma, probabilmente dagli stessi uffici da cui ci chiedono di continuare a scavare.

LE AMBULANZE DA ROTTAMARE – Nei nostri filmati sono chiaramente visibili le ambulanze targate CRI 15189 e CRI A257A, oltre a un altro mezzo della delegazione di Altamura,  diretto a Milano la mattina del blitz. I mezzi sono stati controllati dal Nas. Nessuna di queste ambulanze, al contrario di quanto riferito nel comunicato, è presente nell’elenco dei mezzi da rottamare e non esiste alcuna documentazione che attesti il fatto che quelle ambulanze non vengano utilizzate.

La cosa più sconvolgente, però, è che le ambulanze CRI 15189 e CRI A257A operano costantemente. Per l’esattezza, come abbiamo detto, sono state utilizzate in occasione del Carnevale di Putignano – martedì grasso 17 febbraio, sotto il diretto presenziamento del vicecommissario del Comitato Barese, Luca Mannella – come presidi di pronto soccorso sotto il coordinamento del 118 di Bari, a seguito di un incontro organizzativo tenuto in Prefettura.

Gli stessi carabinieri avrebbero documentato – proprio quel giorno – il via vai di quelle ambulanze. A documentare ciò che diciamo ci sono i figli di marcia già in possesso dei militari. Contrariamente a quanto detto dal presidente Rocca, siamo in possesso dell’ultimo avvio a rottamazione dei mezzi della Croce Rossa Barese: 1. Ordinanza commissariale a firma Mannella del 23/01/15, che indica l’elenco dei mezzi da rottamare 2. Sollecito della Commissaria Decimo del 02/02/15 a dare seguito alla precedente ordinanza, evidenziando la propria autonomia e responsabilità nelle questioni territoriali provinciali 3. Determina dirigenziale a firma del Direttore regionale Rocchi del 20/02/15, che dà seguito alla richiesta della Decimo.

Dalle carte – le uniche che non mentono mai – si evince chiaramente che i mezzi targati CRI 15189 e CRI A257A non sono in elenco alla rottamazione. Perché mentire sulla circostanza? C’è forse la consapevolezza di aver commesso, in maniera reiterata, danni all’ambiente e alla salute pubblica?

PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI OSPEDALIERI – Nel comunicato arrivato da Roma, da dove arrivano anche i documenti sulla malagestione, c’è scritto che nell’autoparco non vengono prodotti rifiuti ospedalieri, ma subito dopo viene detto che, qualora se ne producano, vengono portati nella postazione del Pronto soccorso dell’aeroporto. La prima domanda è: vengono o non vengono prodotti i rifiuti ospedalieri trattati? Noi li abbiamo visti, buttati in un normale cestino dei rifiuti, mischiati ad altra immondizia.

La legge chiarisce ogni dubbio. La gestione dei rifiuti sanitari è tuttora disciplinata dal DPR n. 254 del 15 luglio 2003, “Regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari a norma dell’art. 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179”, come ribadito anche all’articolo 227, punto b), del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 recante “Norme in materia ambientale” che, per quanto riguarda i rifiuti sanitari, non ha apportato nessuna modifica o integrazione alla normativa vigente. Per “rifiuti sanitari” si intendono quei rifiuti, indicati a titolo esemplificativo negli “Allegati I e II del DPR 254”, che di seguito si riportano, derivanti dalle strutture pubbliche e private, che svolgono attività medica e veterinaria di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e ricerca.

Qualsiasi attività produttiva può stoccare temporaneamente i rifiuti pericolosi e non prodotti e quindi smaltirli seguendo le modalità previste dalla normativa vigente. I rifiuti pericolosi e a rischio infettivo devono essere stoccati in appositi contenitori per un massimo di 5 giorni. Tale termine può essere esteso a 30 giorni per quantitativi inferiori a 200 litri, prodotti in un mese dalla struttura. I depositi temporanei devono essere segnalati con cartelli indicanti la tipologia dei rifiuti “R”. In ogni caso deve essere compilato un registro di carico e scarico con i dati relativi alle operazioni di smaltimento da ditte specializzate che utilizzano mezzi autorizzati al trasporto del particolare rifiuto.

Tutte le operazioni di stoccaggio e tenuta dei registri devono essere effettuate da un operatore delegato dal Dirigente responsabile. In alcun caso i rifiuti prodotti possono essere trasportati da mezzi non autorizzati. I rifiuti sanitari sono prodotti anche in caso di trasporto infermi se i dispositivi monouso (che a norma di legge devono essere sempre a bordo delle ambulanze) vengono utilizzati e contaminati. Ma abbiamo già detto che le ambulanze facevano presidio, oltre che a trasporto infermi e il fatto che il Nas abbia trovato in sede e a bordo dei mezzi materiali sanitari vari, anche scaduti secondo quanto ci risulta, è la prova della produzione. Non c’è traccia del registro di carico e scarico, non si sa chi sia il personale addetto, opportunamente istruito.  Non c’è traccia dello smaltimento da parte della ditta convenzionata presso la sede dell’autoparco. Una circostanza che potrebbe essere confermata dagli stessi medici della postazione di Pronto soccorso dell’aeroporto, la maggior parte dei quali, come abbiamo già scritto, opererebbero senza un regolare contratto.

PULIZIA DELLE AMBULANZE – Per quanto ci risulta non esiste alcun registro di lavaggio e disinfestazione secondo le procedure indicate dalla nota del Direttore Sanitario del 23 dicembre 2014, effettuate presso lavaggi autorizzati. Sarebbe utile che il presidente Rocca dica se può documentare a quando risale l’ultimo lavaggio a norma su questi mezzi da dicembre a oggi, visto l’utilizzo degli stessi mezzi, al contrario di quanto viene dichiarato.

BOMBOLE D’OSSIGENO –  Nella smentita non c’è alcuna menzione al fatto gravissimo dell’incuria nella gestione delle bombole, fonte di pericolo per incauti avventori, custodite in una gabbia chiusa con un ferrettino senza lucchetto (o meglio con un lucchetto arrugginito appeso all’esterno della struttura):

LA SEDE FATISCENTE DELL’AUTOPARCO – troppo facile scaricare le responsabilità sul Comune, proprietario della sede. Quasi come la colpa di tutto ciò che sta succedendo, con grave rischio per la salute pubblica e l’ambiente, sia del sindaco di Bari Antonio Decaro o della sua giunta. Il Documento di valutazione dei rischi  cosa dice in merito? E cosa è stato fatto finora?

LA STRANEZZA – Tra ciò che vorremmo sapere dal presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, c’è il motivo che lo ha spinto a intervenire su una questione che tira in causa direttamente il Commissario di Bari e Lecce Ilaria Decimo, il suo vice Luca Mannella e, al massimo, i vertici regionali dell’ente. Commissario che, neppure in occasione del blitz del Nas, ha ritenuto opportuno venire a Bari. Da quando è stata nominata – a metà novembre – si sarà vista in tutto una decina di volte. Ci piacerebbe sapere perché il presidente Rocca in quella smentita si sia esposto così tanto, cercando di confondere le carte, perché abbia deciso di nominare commissario di Bari Ilaria Decimo, già presidente del comitato di Lecce e, a quanto ci risulta, membro dell’Ufficio ispettivo del comitato centrale a Roma. E come se non bastasse starebbe per essere nominata anche ispettrice regionale della Puglia delle infermiere volontarie (comunemente note come crocerossine). Ancora più grave sarebbe se ci fosse incompetenza nelle risposte del presidente nazionale. Non siamo noi che lediamo l’immagine dell’ente, ma chi lo gestisce con leggerezza e supponenza.

LE CONCLUSIONI – Per le conclusioni, caro presidente, prendiamo spunto dal suo comunicato. “Con serenità dunque, aspettiamo anche noi l’informativa dei Nas, confidando in un esito giusto, che sappia riportare verità in una vicenda tesa a salvaguardare l’immagine di un’Associazione che in tanti – dall’interno – stanno distruggendo in tutti i modi e tutti i giorni.

Al netto dell’intervento dei Carabinieri, confidiamo nella volontà anche politica di fare chiarezza sulla gestione della gloriosa Croce Rossa Italiana che, per ciò che rappresenta, deve continuare a essere esempio di onestà e trasparenza. L’unico rammarico che abbiamo è che si stia facendo, ingiustamente, di tutta l’erba un fascio. Come sempre restiamo a disposizione di chiunque voglia dire la sua e abbia argomenti utili, anche davanti a una telecamera.