Leggendo alle tabelle regionali dell’ecotassa, con le aliquote Comune per Comune, ci siamo resi conto che qualcosa non tornava: in termini di euro per tonnellata, la differenza tra paesi notoriamente virtuosi per il riciclo e città con maglia nera risultava esigua. Ci siamo confrontati col coordinamento provinciale del Movimento Legge Rifiuti Zero per comprendere meglio questa circostanza ed effettivamente, l’ecotassa mostra diverse incongruenze.

Era il 13 dicembre del 2013 quando il governatore Vendola, in un comunicato stampa, dichiarava di non voler penalizzare i cittadini ma le amministrazioni inadempienti. “Non c’è nessuna giustificazione per la quale, accanto a un Comune che fa il 70% di differenziata, ce n’è uno che ne fa il 5%”. L’idea era quella di premiare quelle amministrazioni che avevano percentuali di differenziata sopra il 30%, senza però voler togliere fiducia agli ultimi della classe che avessero manifestato miglioramenti entro i primi sei mesi del 2014.

“Se a giugno del prossimo anno avranno migliorato la percentuale di differenziata di almeno un 5% potranno non versare la differenza tra la vecchia ecotassa e la nuova alle casse regionali”, chiariva l’assessore Nicastro il 21 dicembre 2013. Di fatto si permetteva una rimodulazione ai Comuni con un riciclo oltre il 30% e a quelli che fossero passati, per esempio, dal 4% al 9%.

Fatta la legge, trovato l’inganno, e fu così che intorno allo scorso giugno, ultimo mese possibile per innalzare la percentuale di riciclo, alcuni comuni iniziarono a fare i furbi, intraprendendo una raccolta massiccia di ingombranti o svuotando gli archivi cartacei. Un esempio quantomeno sospetto è quello di Martina Franca. Consultando il sito www.rifiutiebonifica.puglia.it, si apprende che Martina Franca, paese con una percentuale di raccolta differenziata mai superiore al 7,9% fino a maggio dello scorso anno, registrò un improvviso innalzamento al 13,89% nel solo mese di giugno, per poi tornare ad assestarsi intorno all’8% nei mesi successivi dello stesso anno.

Per Martina Franca è prevista un’eccotassa di 7,5 euro, la stessa di paesi come Triggiano o Putignano, con percentuali superiori al 60% da diversi mesi, pochi spiccioli in più rispetto ai più virtuosi Cellamare o Rutigliano, da anni oltre il 70%.

Questo apre la porta a tutta una serie di bizzarrie nel il calcolo delle aliquote dell’ecotassa. Primo esempio è una tassazione differente per Comuni con pari percentuali di riciclo, come San Marzano con 34% e Barletta con il 35%. La prima paga 25,82 euro/t, mentre la seconda 15 euro/t. Oppure, mentre ad alcuni Comuni virtuosi, come Margherita di Savoia (44%) o Adelfia (45%), è toccata la fascia più alta e pagheranno un’aliquota di 25,82 euro/t, altre amministrazioni meno ecologiche, come Taranto (11%) o Giovinazzo (13%), pagheranno 7,5 euro/t.

In somma, la disposizione nasceva per premiare i Comuni più ecologici e virtuosi, ad oggi sembra aver premiato solo i più furbi.