«All’inizio del prossimo anno gli altri enti dovranno versare quello che manca». Il sidaco di Bari e presidente della Fondazione Petruzzelli, Antonio Decaro, è stato chiaro. Il Comune ha dato tutto ciò che poteva dare per risollevare le casse malconce dell’ente ridotto alle pezze dalla precedente gestione commissariale, con la straordinaria collaborazione di consulenti e amministratori ciechi. Il vero problema è che entro l’anno serve ripianare i 108 mila euro tagliati dal fondo unico per lo spettacolo di 7,5 milioni di euro previsto per il Petruzzelli, ma confermato solo ieri sera. Dopo aver chiuso il 2013 in passivo, con una perdita del patrimonio netto di quasi un milione di euro, se anche il 2014 dovesse essere chiuso col segno meno, il Petruzzelli finirebbe gambe all’aria. Oggi più di ieri, servono assunzioni di responabilità per dire una volta per tutte quale considerazione si ha del Petruzzelli e quale futuro gli si vuole garantire.

Non potendo aspettare altri finanziamenti e nemmeno l’anno prossimo, bisognerà fare un’altra riduzione delle spese o tagliare un paio di recite dell’ultimo spettacolo in programma a dicembre. Siamo certi che per il rispetto degli abbonati si procederà a tagliare un po’ qua e un po’ là. Gli sprechi su cui intervire non mancano. Intanto Decaro e il notaio Mariellina Lenoci hanno firmato il nuovo statuto della Fondazione. Tre le novità principali. Il Consiglio di Amministrazione sarà sostituito da un Consiglio di Indirizzo, nominato dai soci fondatori oltre che dal Ministero, che indicherebbe anche un il sesto componente nel caso non ci fosse ancora un socio privato.

La seconda novità è la possibilità lasciata al sindaco di delegare il proprio incarico di Presidente della Fondazione, nominando al suo posto un consigliere interno al Consiglio. Decaro non vede l’ora di scrollarsi di dosso questa rogna. I nomi che circolano sono due. Il primo, ormai da mesi, è quello dell’ex rettore dell’Università di Bari Corrado Petrocelli, attuale consigliere di amministrazione voluto da Michele Emiliano. L’altro è il magristrato-scrittore Gianrico Carofiglio. «Scioglierò la riserva nei prossimi giorni – spiega Decaro – non ho ancora deciso».

Tramontato subito il sogno di un incario a Riccardo Muti. La terza novità è la nomina del sovrintendente, che avrebbe un peso specifico notevolmente superiore. Il Consiglio di Indirizzo si limiterebbe a pareri consultivi. Il “padrone” e unico responsabile del teatro sarà il sovrintendente. Probabile la riconferma di Massimo Biscardi. «Ha lavorato bene», ammette Decaro, ma anche in questo caso nessuna conferma ufficiale. L’ultima parola spetterà al ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ovviamente dovrà tenere conto dei desiderata dei soci fondatori.