Il Comitato regionale pugliese della Croce Rossa Italiana continua a fare notizia. Questa volta dito puntato contro i lavori di ristrutturazione in piazza Mercantile, iniziati il 5 novembre e non ancora ultimati. Il 26 giugno l’appalto viene affidato all’imprenditore barese Salvatore Turco. L’intervento, per un importo di poco superiore ai 42mila euro, prevede in maniera generica la “manutenzione straordinaria” dello stabile, proprio accanto al comando provinciale della Guardia di Finanza.

Ad assegnare la gara, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, è una commissione composta da cinque persone, insediatesi il giorno prima dell’apertura delle buste, il 25 giugno, con un atto firmato dal direttore regionale della Croce Rossa, il colonnello Giovanni Rocchi, il quale ha anche bandito la gara il 6 giugno. Il direttore nomina anche i membri della commissione aggiudicatrice da lui presieduta. Ci sono anche altri tre sottoufficiali della Croce Rossa: Nicola Panzarino, Giovanni Paparella e Leonardo Cusmai, quest’ultimo – a quanto pare – presenza costante in diverse commissioni.

I tre sono gli stessi coinvolti nello scandalo sull’assenteismo che travolse la Croce Rossa pugliese nel 2009 e coinvolse ventitré 23 dipendenti dei comitati provinciale di Bari e regionale. Furono sospesi per circa un anno dal servizio. L’ultimo membro della commissione, esperto esterno, è l’ingegner Giuseppe Quattromini. La determina numero 137 del 25 giugno, saggiamente non riconosce all’ingegnere alcun compenso. Spulciando tra le carte si scopre che gli sarebbe stato dato per la realizzazione del progetto e la direzione dei lavori. Nei 42mila euro – costo complessivo dell’intervento – sono inclusi gli oneri della sicurezza.

Evidentemente, proprio sulla sicurezza si è fatta un po’ di economia. L’impalcatura è stata sistemata al centro della tromba delle scale mentre dipendenti, volontari e utenti ci passano sotto per raggiungere gli uffici. Ovviamente nessuna protezione per gli operai. Caschi, imbragature, niente. Il materiale di risulta e gli attrezzi vengono lasciati nell’androne del palazzo, protetti, si fa per dire, da un paio di transenne. Tutto in barba alle più elementari norme di sicurezza sul lavoro. Alcuni dipendenti, poi, sono stati utilizzati durante le normali ore di servizio – non sappiamo a che titolo – nelle vesti di imbianchini. Non sembra siano stati inseriti nel Piano operativo della sicurezza, obbligatorio per legge.

Il personale della Croce Rossa si è limitato a “dare una mano” all’impresa? Il direttore dei lavori, il responsabile della sicurezza del cantiere e quello della sicurezza dei lavoratori della Croce Rossa (Leonardo Cusmai, membro della commissione aggiudicatrice) e lo stesso direttore, dov’erano? Neppure Santa Fizzarotti Selvaggi, presidente regionale dell’ente, nota per la sua diligenza e onestà, è riuscita a evitare che si perpetrassero una serie di comportamenti quanto meno inopportuni. Non è mai troppo tardi per rimediare. Proprio la presidente potrebbe chiedere per esempio ai vertici romani della Croce Rossa, che venga nominata una commissione super partes per riuscire a chiarire i tanti punti oscuri, non solo su questi lavori ma, per esempio, anche sulla questione del centro di accoglienza in viale della Maratona. Il capitolo della Croce Rossa, infatti, prevede altre puntate.