L’autista fa spallucce quando gli chiedo cosa sia successo e si allontana mentre scatto le fotografie all’autobus in avaria, l’ennesimo. Negli ultimi cinque mesi abbiamo documentato la “morte” di oltre una dozzina di mezzi, senza contare tutti quelli che restano in officina ogni sacrosanto giorno. Scassati. L’ultimo, in ordine di cronologica avaria, è l’11/, che collega Loseto a piazza Moro. Alle 7.15 era fermo in direzione Loseto, su via Trisorio Liuzzi, a ridosso di una curva con le quattro frecce accese.

Alla vettura 7001 è saltato il cambio. Ai passeggeri, ormai, sono saltati i nervi e la possibilità di fare elettroicamente il biglietto sembra proprio una presa per i fondelli. Teconologie di pagamento avanguardistiche e mezzi obsoleti, molti dei quali da rottamare. Come abbiamo sempre detto: ricapitalizzare, ma mai con questa azienda.

Il rischio concreto è quello di buttare un’altra spaventosa quantità di soldi pubblici. L’autobus era partito alle 5.45, appena venti minuti dopo il guasto e poi oltre un’ora e mezza d’attesa prima che qualcuno andasse a rimorchiarlo. I venti pullman usati, ma manutenuti con tutti i crismi, al contrario di quanto succede a Bari, arrivati nei giorni scorsi da Trieste sono ancora fermi in carrozzeria.

Colori e particolari sono diversi e quindi bisognerà adeguarli visivamente a quelli baresi. Sotto Natale il vero regalo che l’Amtab dovrebbe fare ai propri utenti sarebbe quello di un trasporto pubblico somigliante a quello triestino per puntualità, efficienza e manutenzione dei mezzi. In moti, però, hanno smesso da tempo di credere a Babbo Natale.