Qualche giorno fa vi avevamo proposto la posizione della Metro in merito alla vertenza che sta mettendo a repentaglio decine di posti di lavoro. Oggi, invece, riceviamo e pubblichiamo una nota particolarmente dura e dettagliata dell’Ugl Terziario della Puglia:

la crisi del colosso tedesco Metro Italia Cash & Carry Spa filiale di Bari, riteniamo sia stata studiata a tavolino. Nell’anno 2011 Metro Italia dopo la vendita di circa la metà del suo patrimonio immobiliare in Italia per circa 300 milioni, tra cui quello di Bari, dichiarava un boom di utili. A distanza di due anni e quindi nel 2013 la stessa Metro apre diverse procedure a carattere nazionale, tra cui una procedura di licenziamento collettivo sulla filiale di Bari, dichiarando 56 esuberi su un organico complessivo di 123. Tale procedura si conclude con l’utilizzo della cig straordinaria per crisi solo su talune maestranze e con mobilità su base volontaria, più volte contestata in sede di trattative dalla UGL-Terziario Nazionale nella sostanza e nella forma, tant’è che ancora oggi la Società non ha inteso fornire i bilanci degli ultimi tre anni di gruppo e del magazzino di Bari richiesti dalla stessa Segreteria.

In data 3 ottobre 2014 – si legge ancora nella nota – la stessa Metro Italia inviava ulteriore procedura di licenziamento collettivo sulla filiale di Bari, dichiarando un esubero di 44 unità su un organico di complessivo di 111. Nei vari incontri tenuti a livello nazionale con la stessa società, abbiamo riscontrato la totale chiusura ad inserire sul tavolo delle trattative la possibilità dell’utilizzo di un ammortizzatore sociale”.

“Per quanto ci riguarda la vera crisi Metro Bari non è mai esistita, tutto e stato studiato a tavolino”, dice Antonio Caprio, Segretario Generale UGL-Terziario Puglia. “Infatti la Società nata per fornire i grossisti, traders e horeca, già dall’inizio del 2012 all’indomani del cambio di dirigenza nel punto vendita di Bari, inizia un’operazione di disimpegno commerciale, con riduzione di ore lavorative della squadra notturna, scelte di chiusure pomeridiane domenicali, riduzione dello stock, mancanza di rifornimento costante da piattaforma, e infine adotta il progetto denominato “Piazza Affari “che di fatto svilisce il concetto del commercio all’ingrosso. Infatti, tale progetto ha visto la dismissione di una parte importante degli spazi di vendita rimasti pressoché inutilizzati”.

“Martedi 11 novembre si terrà un incontro presso la sede Nazionale Metro Cash & Carry a Milano – aggiunge il sindacalista – per tale giorno è stato proclamato lo sciopero di tutti i lavoratori presso la filiale di Bari unitamente alla altre OO.SS. Non consentiremo – conclude Caprio – che si faccia macelleria sociale nel punto vendita di Bari e se si dovesse raggiungere un accordo per l’utilizzo di ammortizzatori sociali non permetteremo che possano esserci figli e figliastri, ovvero fungibili ed infungibili, perché se la società continua a gridare alla crisi la stessa dovrà interessare tutti”.