Metti un venerdì mattina in redazione, poco prima dell’ora di pranzo. Il caos di sempre. Immagini, fotografie, appuntamenti, servizi da montare e pezzi da scrivere con la solita porta aperta. Uno spazio sul mondo in cui si affaccia chiunque: distributori di volantini, gente disperata con mille problemi, venditori di contratti telefonici. Nel plotone degli ospiti “indesiderati” ci sono soprattutto i questuanti. Neri, bianchi, uomini, donne e da ora “Gennarino”, così dice di chiamarsi. In mano ha un santino: “Regina Angelorum”, Ora pro nobis.

La cosa che più ci fa pensare non è tanto che qualcuno si prenda la briga di accordare 80 giorni d’indulgenza a chi recita devotamente l’orazione stampata sul retro dell’immagine, quanto il fatto che il venditore non è di Castellammare di Stabia e forse non ha 22 anni. È un barese doc che s’intrufola in qualsiasi pertugio: porte, cancelli, portoni e verande socchiuse. Entra dovunque possa piazzare la sua immaginetta in cambio di qualche spicciolo.

Vestito alla moda, con un taglio di capelli all’ultimo grido e l’accento partenopeo, che perde non appena gli diamo una pacca sulle spalle e gli diciamo: “non me sì pigghianne p’ù cule”, chiede la carità. A quel punto la rivelazione shock: “I baresi sono così poveri, che ormai se vai a svaligiargli casa e ti beccano, ti chiedono l’elemosina”. Un dichiarazione che lascia presagire un trascorso burrascoso. Noi ce la siamo cavata con 50 centesimi e una bella “goccia”. Sempre meglio di ritrovarselo davanti mentre ti stanno svaligiando casa.