Questa mattina si è tenuta la cerimonia di commemorazione di Benedetto Petrone, il giovane militante della Federazione Giovanile Comunista accoltellato a morte il 28 novembre del 1977 da un gruppo di ragazzi aderenti al Fronte della Gioventù. L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Bari, in collaborazione con Comitato 28 Novembre, ANPI, ARCI, Camera del Lavoro CGIL, IPSAIC, Rete della Conoscenza.

Il sindaco Decaro, alla presenza della sorella Porzia e delle autorità, ha ricordato il giovane Benedetto Petrone: “Ammetto di essere molto emozionato perché per la prima volta partecipo alle celebrazioni in ricordo di Benedetto Petrone nelle vesti di sindaco. Celebrazione cui per tanti anni ho assistito da silente e rispettoso spettatore. Il rispetto di chi assiste al sacrificio di un’idea, la stessa che ci permette qui oggi di parlare, esprimere il nostro pensiero e condividerlo pubblicamente. Ho sempre creduto che la lotta di Benny, così lo chiamava chi gli ha voluto bene, non fosse solo una lotta politica o una lotta di partito ma bensì una lotta di parte. Benny è morto perché parteggiava per la sua idea di uguaglianza, di libertà, di riscatto sociale della sua città e del suo quartiere, Bari vecchia, ancora chiuso in se stesso.

Nel 1977 ero solo un bambino, avevo 7 anni e non ho ricordi chiari dei fatti e delle emozioni di quel tempo. La tensione e il silenzio che regnavano in casa mi sono state raccontate dai miei genitori. Ho sempre pensato, avanti con gli anni, di dover fare qualcosa per onorare quella morte. Ho sempre pensato che in nome di tutti quelli che sono morti per costruire la nazione democratica, in cui noi oggi viviamo, io avrei sempre esercitato il mio diritto al voto. Perché Benedetto Petrone e tutti gli altri ragazzi, che prima o dopo di lui sono morti per la stessa idea, avrebbero voluto questo.

Benny era un militante politico e un cittadino barese che, lottando per la giustizia dei più deboli, sperava con il suo impegno di cambiare le cose.

L’impegno di Benny rappresenta per noi, oggi, una lezione. Ho sempre pensato che il nostro impegno politico dovesse servire a sostenere e aiutare chi rimane indietro. È compito nostro voltarci continuamente, tendere la mano a chi arranca e non ce la fa. Lo avrebbe fatto anche lui. Anche Benedetto Petrone, che 37 anni fa rimase indietro e che per questo fu vilmente colpito dai fascisti.

In questo modo noi faremo rivivere il suo nome non solo su una lapide ma in tutti i traguardi che ogni cittadino barese farà insieme agli altri”.