Il compressore per gonfiare gli penumatici ormai a terra è pronto. Non resta che togliere il cellophane che ancora riveste i sedili e le ragnatele dai parabrezza. A quel punto le automediche lasciate a marcire a Triggiano, dove ha sede il coordinamento del 118 barese, potranno partire. Il direttore generale della Asl di Bari, Domenico Colasanto, bocciato dalla Giunta regionale, ha fretta di metterle in moto per tentare di salvare il salvabile e per questo avrebbe chiesto una decisa accelerata al coordinatore del 118 Antonio Dibello.

C’è da giustificare la spesa di 300mila euro per l’acquisto – per molti fuori luogo anche in considerazione delle attuali condizioni delle ambulanze della Asl, che andrebbero rinnovate. Senza contare gli “spiccioli” spesi per le 13 assicurazioni RCA, che scadranno il 31 dicembre del 2014. Sulla questione, dopo la nostra denuncia, era intervenuta anche Striscia la Notizia.

Secondo alcune indiscrezioni, i primi mezzi potrebbero partire già questa settimana. Ciò che non si placano sono le polemiche su chi deve guidare le automediche. Non tutti i medici e gli infermieri sono d’accordo a mettersi al volante, anche perché in presenza di un vuoto normativo, potrebbero non avere la cpertura assicurativa in caso di eventuali incidenti sul lavoro. La soluzione potrebbe essere come al solito peggiorativa, come del resto tutto il piano di riordino del sistema di emergenza-urgenza.

Sul posto del passeggero finirebbero i medici che già operano sulle ambulanze “Mike”, quelle medicalizzate. Ciò significa che l’ambulanza privata del medico diventerebbe “India”, con il solo Infermiere a bordo. Avere più mezzi non significa necessariamente essere più efficaci. Gli autisti sarebbero presi dal personale interno alla Asl, senza l’obbligo di avere i brevetti propri di un soccorritore (considerato che il disegno di legge per l’istituzione della figura dell’autista-soccorritore giace ancora nei cassetti delle Commissioni parlamentari).

La volontà di far partire l’automedica con il solo autista e medico a bordo sta mandando molti su tutte le furie. Secondo quanto previsto, infatti, a bordo dovrebbe esserci anche l’infermiere. Del resto, se l’obiettivo è quello di assicurare un soccorso avanzato, non si potrebbe pensare di lasciare il medico da solo.

A differenza di quanto succede per esempio in Toscana, dove persino alcuni pronto soccorso sono affidati alle cure degli infermieri, in Puglia non esistono protocolli sanitari che consentano agli infermieri di fare alcune delle operazioni previste dalle competenze avanzate, di cui si sta discutendo in Conferenza Stato Regioni. Aspettiamo che – pare proprio a Bari – si accenda il motore della prima delle 13 automediche ferme a Triggiano per capire come evolverà una situazione tutt’altro che risolta.

«Se si dovesse procedere in questa direzione – spiega Francesco Balducci, segretario regionale e coordinatore nazionale degli infermieri iscritti all’FSI – si viene meno all’inpostazione originaria data al 118 dall’accordo isitutivo del servizio di emergenza-urgenza, che prevede in maniera specifica le ambulanze addette al trasporto dei degenti con a bordo solo i soccorritori e quelle per il soccorso avanzato con a bordo medico, infermiere e soccorritore».