Non c’è pace per il Petruzzelli. Palazzo San Gaetano. Centro storico di Bari. Orario di lavoro. Citofoniamo, ma non risponde nessuno. L’immobile puntellato, insieme a palazzo San Michele, è stato donato dal Comune alla Fondazione 3 anni fa. Un’operazione salva teatro, che adesso corre il rischio di diventare la tomba dell’ente lirico sinfonico.

Nei palazzi dovrebbero esserci gli operai da più di due mesi. Dovrebbero. A confermare che è tutto in alto mare è proprio uno di loro. In realtà, le cose che il cartello messo sul portone di palazzo San Michele non dice sono tante: il costo, il permesso di costruire, la data della denuncia di inizio attività, il direttore del cantiere. Da quanto si legge i lavori sono appaltati dalla direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia; la data presunta d’inizio è il 4 agosto 2014; la durata è 450 giorni. Il tempo, però, passa e potrebbe non essere sufficiente.

La situazione a Palazzo San Gaetano è ancora peggiore, non solo perché sarebbe più facile e forse conveniente abbatterlo e ricostruirlo, ma anche perché di fronte stanno ristrutturando un altro stabile. Ciò significa che fin quando non finiranno quell’intervento non si potrà neppure iniziare.
E veniamo al nodo della questione. Il patrimonio netto della Fondazione, negativo di quasi un milione di euro. L’ennesima eredità della gestione Fuortes.

L’assessore regionale alla Cultura Godelli si dice fiduciosa. Quei palazzi una volta ristrutturati aumenteranno il proprio valore e potranno risolvere il problema. Il guaio è che ci vorrebbe una “deroga” ministeriale, perché per evitare il commissariamento del disastroso commissariamento di Fuortes, c’è tempo il prossimo 31 dicembre. La deroga, però, non è uno strumento previsto dalla legge che regola le Fondazioni liriche. Anzi, il Piano di Risanamento approvato dal sovrintendente Biscardi, con il consenso unanime dei sindacati, ha visto lo stop dal supercommissario Pinelli, proprio quando era in dirittura d’arrivo. Altro che qualche mese. Siamo sicuri che i soldi previsti per le ristrutturazioni dei due palazzi, circa 4,5 milioni di euro, saranno sufficienti?

C’è da considerare che la parte europea di quel finanziamento va giustificata entro settembre 2015. Meno di un anno e in caso contrario si perderebbero causando altri guai alle casse pubbliche. La cosa certa è che alla città di Bari sono stati tolti i due immobili, tenuti abbandonati per tre anni, che sarebbero potuti essere impiegati per altre attività rivolte ai baresi. Ma mettiamo pure il caso che fili tutto liscio, ci sono i soldi per gestirli quei due immobili? Al sovrintendente Biscardi va tutta la nostra solidarietà per aver accettato di portare in porto una nave che fa acqua da tutte le parti. Siamo certi che neppure lui finora abbia mai neppure intravisto terra, nonostante i tanti sos lanciati ai soci fondatori.