Questo è uno di quei casi in cui la cura rischia di far più danno della malattia. In data 23 ottobre, la direzione generale dell’Asl ha emanato un avviso di mobilità interna per gli infermieri da destinare al servizio di 118.

Il bando è rivolto a personale infermieristico di categoria D (i così detti infermieri professionali), dipendente Asl a tempo indeterminato in possesso dei brevetti “BLS, BLSD, PBLS, PTCB, PALS, ALS, PTCA, PTC, NBCR et cetera”, che potrà essere impiegato sia presso la centrale operativa sia presso la rete territoriale per l’emergenza, ovvero, ambulanze, automediche e presidi di primo intervento.

Il bando segue di tre giorni il nostro articolo in cui denunciavamo l’entrata in servizio sulle ambulanze di infermieri sprovvisti dei brevetti necessari a operare sui mezzi di soccorso. Il dottor Di Bello, doppiamente a conoscenza della normativa in quanto, oltre a essere coordinatore del 118, è nella segreteria scientifica di alcuni dei corsi per il conseguimento di quei brevetti, in quell’occasione aveva giustificato la cosa come un mancato ottemperamento alle sue disposizioni, annunciando subito dopo che avrebbe rassegnato le propri dimissioni dal ruolo di coordinatore. Non solo queste dimissioni non sono mai arrivate, ma ora, addirittura l’azienda se ne viene fuori con questo provvedimento-cerotto (nella galleria fotografica), per tentare di metterci una pezza.

Viene da domandarsi perché fare un dispositivo farlocco come questo. Ammesso che qualcuno risponda alla chiamata, vista la preparazione richiesta e il pelo sullo stomaco necessario per operare nel 118, perché rastrellare dipendenti a tempo indeterminato – distraendoli da altre posizioni in cui sicuramente sono necessari – quando si potrebbe assorbire dalla marea di infermieri precari che lavorano da anni sulle ambulanze del 118, in possesso di requisiti ed esperienza? Cosa accadrebbe se nessuno dovesse rispondere alla chiamata e la lista dovesse risultare vuota? Si procederà all’assorbimento dei precari oppure non ci sarà nessun seguito: “Ci abbiamo provato, non ha risposto nessuno” e questo resterà solo un provvedimento salva-apparenze?