Una vera e propria strage di ulivi e muretti a secco. È quello che sta avvenendo sulle strade Bitetto-Palo del Colle e Bitetto-Bitritto. Sono infatti iniziati da qualche giorno i lavori di allargamento delle due provinciali in base a progetti approvati con tutte le prescrizioni del caso. Quello che non convince, però, è il metodo di “espianto” (sarebbe meglio dire “distruzione”). Camion e camion di legna stanno partendo ogni giorno con destinazione ignota, mentre degli ulivi (molti dei quali “monumentali” e tutelati da una legge regionale) restano solo le chiome. Insomma, dove non arriva la xylella…

Andando a rileggerci la norma pugliese, tanto esaltata al momento dell’approvazione da Vendola & company, “il carattere di monumentalità viene attribuito quando la pianta di ulivo possiede età plurisecolare deducibile da: dimensioni del tronco della pianta, con diametro uguale o superiore a centimetri 100, misurato all’altezza di centimetri 130 dal suolo; oppure accertato valore storico-antropologico per citazione o rappresentazione in documenti o rappresentazioni iconiche-storiche; forma scultorea del tronco; riconosciuto valore simbolico attribuito da una comunità; localizzazioni in adiacenza a beni di interesse storico-artistico, architettonico, archeologico”.

Ci sembra che qualcosa non torni. E non solo a noi.

Più di un cittadino ci ha segnalato quello che ritiene un vero e proprio abuso, denunciando anche il carattere di inutilità di entrambi gli allargamenti (le due strade non hanno una grande intensità di traffico). In altre zone della Puglia le cose sono andate diversamente.  Due anni fa il Comune di Otranto chiese di poter avere 500 degli 8.000 ulivi che dovevano essere espiantati per realizzare il raddoppio dell’ultimo tratto della statale 16 Adriatica. Molti cittadini decisero di “adottare” quegli alberi. Ma si trattò appunto di “espianto”, non di distruzione di massa.