Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota del Consigliere Comunale Vito Lacoppola, di Realtà Italia, sulla recente Kermesse “Arriva Godot” organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bari.

Sono ormai diversi anni, forse troppi, che viviamo, o forse ci hanno fatto vivere, in un equivoco. Bari città turistica e Bari città di cultura. Ma il turismo si alimenta anche con la cultura, anzi, meglio, laddove mancano le bellezze naturali, è solo la cultura che può fare da traino alle attività turistiche. Una città bella è una città attraente, e la si rende bella non solo decorandola con discutibili opere di street art, ma coinvolgendo la nostra Accademia (tra l’altro, vergognosamente, ancora senza una sede degna del suo prestigio), e i nostri Licei Artistici nella creazione di percorsi di bellezza, soprattutto nei quartieri periferici, utilizzando spazi e superfici comuni. Abituare al bello sviluppa il senso civico e di appartenenza e certamente non è cosa facile, ma sono queste le sfide che rendono affascinante amministrare una città. Proporle e realizzarle significa aver piantato un seme… il raccolto verrà.

Una città attraente per la cultura è una città che organizza mostre d’arte di respiro nazionale (se non internazionale), ma non con esibizioni di artisti – del cui valore oggettivo siamo più che convinti – incomprensibili ai più. La fruizione dell’arte ha bisogno di un percorso di avvicinamento lento e continuo… non puoi proporre Kounellis ad un pubblico che non capisce ancora neanche Picasso. È come voler far leggere Joice ad un ragazzo di terza media. Una città si rende attraente applicando alle opere pubbliche la legge 717 che, tuttora vigente, viene in malafede (io preferisco pensare per ignoranza, anche se forse è ancora peggio) dimenticata. La 717/49, emanata nel periodo della “ricostruzione”, prevede che per ogni opera pubblica realizzata, superiore ad un milione di euro, vengano realizzate opere d’arte per un valore del 2%. Tale legge, dalle straordinarie potenzialità applicative in termini di produzione di cultura e di vivibilità, ma pressoché sconosciuta anche alla quasi totalità dei progettisti, non solo è operante ma la sua validità è stata reiterata con il d.l. 1/2012 dal governo Monti.

Lacoppola ha anche dato la sua idea di come si rende attraente una città: “Una città si rende attraente con una stagione lirica e concertistica di altissimo livello, con l’istituzione di premi letterari, con una fiera del libro, con convegni e congressi sui non pochi nomi eccellenti della nostra storia. Una città si rende attraente con la visione lunga e non cercando le  facileimedagliette. Marsiglia è oggi la meta obbligata per chi vuole conoscere la realtà di una città che grazie alla progettualità di lungo periodo dei suoi amministratori, ha cambiato il suo volto. Da metropoli degradata con problemi di immigrazione clandestina e tradizionalmente dominata dalla malavita è diventata nel giro di una ventina di anni un vero fiore all’occhiello, tanto da essere premiata per il 2013 come Capitale della Cultura dell’U.E.  Marsiglia, la seconda città della Francia, è un modello di trasformazione urbana che inchioda il nostro Paese alla sua inefficienza e che con un investimento ventennale di 7,5 miliardi di euro (di cui il 70% con fondi privati) ha creato ben 20.000 posti di lavoro grazie alla cultura e al turismo. E’ da decenni, ormai, che ci sentiamo ripetere che Bari è una città turistica e deve saper utilizzare al meglio le sue grandi potenzialità. E’ da decenni, quindi, che viviamo beatamente in questo equivoco, illudendoci che le poche migliaia di frettolosi crocieristi che si fermano per qualche ora, spendendo poco o niente, si possano definire come flusso turistico. Bari non è città turistica, non ha vocazione al turismo, non è per turisti. Non è città turistica perché, fatto salvo il Borgo antico, offre ben poco. Un teatro di tradizione, un bel lungomare cittadino, architettonicamente ineccepibile ed elegante, cui fa seguito, da nord a sud,una costa piatta e spoglia, di disagevole accesso e con rari arenili privati.

Pochi maltenuti e peggio gestiti i Musei. Una splendida Pinacoteca provinciale che spicca per la sua inerzia culturale. Il verde prevalente è quello dei semafori e, il tanto decantato Parco 2 giugno, in abbandono cronico, in altre città sarebbe destinato allo svago dei nostri amici a quattro zampe. Non ha Bari vocazione al turismo perché, storicamente, è città mercantile che, solo negli ultimi decenni, si è dotata di una discreta struttura alberghiera. L’elevato costo medio del pernottamento, tra i più cari d’Italia, ne fa una struttura ricettiva per soste brevi, che si rivolge alla clientela medio-alta e quindi non al popolo dei vacanzieri.

Non è città per turisti perché pericolosa per la presenza, ormai endemica, di un’agguerrita micro criminalità. Perché cara nei luoghi di ristoro, mediamente sporca e poco incline all’accoglienza. Perché priva di strutture dedicate al turismo giovane, pur con le poche eccezioni che, però, non fanno tendenza. Perché assente dai circuiti nazionali di produzione culturale.

Proviamo ora a immaginare l’imminente trasformazione di Bari in città metropolitana. Quarantuno comuni, una meravigliosa costiera incastonata di cittadine incantevoli, la Murgia, le gravine e i suoi tesori, l’unicità dei trulli di Alberobello. Le grotte di Castellana. Il tour delle cattedrali e dei castelli federiciani, la gastronomia con le mille varianti locali. La moltiplicazione di Musei e Pinacoteche, pubbliche e private, il verde che diviene bosco e pineta. I porticcioli turistici, le sagre. I fermenti culturali e le energie dei piccoli centri a far da lievito a tutta l’area. Eccola, dunque, l’opportunità. Eccola la città (metropolitana) turistica, vocata al turismo, e per turisti. Dovremo saperla cogliere attivando un circuito virtuoso tra arte, cultura, turismo, artigianato ed enogastronomia. Dovremo mettere in rete tutte le attività dei quarantuno comuni e ottimizzarne la realizzazione nei tempi e nei modi per evitare dannose sovrapposizioni. Dovremo diventare attrattivi evitando il turismo mordi e fuggi, “costringendo” l’ospite alla permanenza, agevolandolo nella fruizione dei luoghi della cultura, con ticket dalla validità plurigiornaliera validi anche per tutta la rete di trasporto pubblico dell’area.

In conclusione, ritengo che la nuova amministrazione ha la volontà, le energie, gli uomini giusti e tutte le carte in regola per guidare questo cambiamento epocale che farà di Bari metropolitana, la protagonista indiscussa della nostra regione.

Vito Lacoppola Consigliere comunale di Realtà Italia