«Belli, dovete andare via». Le parole del vigile sono risolute, accompagate persino dall’inequivocabile gesto con la mano, in un paio di casi anche da una fischiata vigorosa. Siamo in corso Cavour, sono le 19.30 di sabato 2 agosto. I due vigili motrizzati passano in rassegna tutti gli isolati della via dello shopping, dove ci sono mediamente tre venditori abusivi.

L’invito degli agenti, seppure deciso, però, entra da un orecchio ed esce dall’atro. Tra i sorrisi e l’incredulità dei passanti, gli “ambulanti” annuiscono, raccolgono la mercanzia: scarpe, t-shirt, occhiali da sole, cinture, borse e portafogli e fanno il giro dell’isolato. Due minuti in tutto prima di tornare nuovamente al proprio posto, mentre i due agenti in sella ai loro motorini passano all’isolato successivo.

La storia si ripete di strada in strada, di mercato in mercato, di quartiere in quartiere. Alla fine dell’attività di controllo, su corso Cavour, il bilancio è il seguente: quattro feriti dalle risate, nessuna contravvenzione e nessun sequestro (per quanto ci risulta), una decina di commercianti infuriati e una cinquantina di oggetti venduti a prezzo sleale e senza scontrino.

Questa storia ha pure il paradosso, la rassicurazione in francese, data da un cittadino del Senegal al dirimpettaio togolese: «Stai tranquillo, qui funziona così. Non è come in Spagna. Tra due minuti se ne vanno».

Su una cosa siamo d’accordo con alcuni dei cittadini e dei commercianti che discutevano di quanto era appena successo: siccome funziona così e a quanto pare non c’è alternativa, utilizzassero i vigili in altri controlli e in altre situazioni, invece di essere mandati ad accumulare queste magre figure. Dimenticavano, tutto questo ovviamente sotto gli occhi divertiti di alcuni turisti.