Telenorba e Salomone sono condannati a stare insieme. Sono come marito e moglie che in privato si sopportano a malapena  per il bene dei figli (in questo caso i tifosi), ma in pubblico si baciano e abbracciano (altrimenti gli spettatori cosa devono dire). C’è poco da fare. La sommossa popolare per restituire alla gente biancorossa la storica voce della Bari ha avuto i suoi frutti, ma ha scatenato un caso al contrario. Sull’addio del funzionario regionale con la passione per le radiocronache e l’emittente di Conversano, sono cirrcolate tante voci. Non entriamo nel merito. Più volte, però, abbiamo letto che il loro era stato un divorzio non facile, coinciso anche con lo scarso interessamento dell’emittente alle sorti di un catastrofico Bari. I tifosi biancorossi non hanno mai perdonato certe scelte di “matrice leccese” all’azienda conversanese, ma se Salomone torna all’ovile, si può perdonare tutto, fino al prossimo sgambetto.

Sarà per questo che il pomeriggio del 30 luglio il presidente Marco Montrone ha richiamato il radiocronista alla sua corte. E lui, con quasi tutte e due le orecchie fuori dalle cuffie, non ha potuto dire di no. Senza di lui al microfono chi avrebbe ascoltato la radiocronaca? Il problema è che il Gruppo Norba sta attraversando un momento nerissimo: licenzierà decine di dipendenti, tra i quali alcuni giornalisti assolutamente in grado di fare una radicronaca, che sarebbe tra l’altro pagata molto meno di quanto finirà nelle tasche del commentatore. Radionorba, poi, per una cifra non nota ma considerevole, ha acquistato i diritti radiofonici in esclusiva. Tutto questo mentre il Gruppo editoriale a cui appartiene sta con l’acqua alla gola.

La settimana prossima l’Assostampa, il sindacato dei giornalisti, incontrerà l’azienda per chiedere chiarimenti. La forma, però, non è quasi mai sostanza. Salomone dopo il lavoro in Regione collaborerà con la sola Radionorba oppure, come in passato, sarà il responsabile dei servizi sportivi dell’intero Gruppo editoriale? Nel primo caso sulla carta non ci sarebbe niente di male e gli altri giornalisti potrebbero essere licenziati con la coscienza a posto. Sì, perché Radionorba, sulla carta, è un’altra azienda, con un altro direttore, un’altra redazione. Di fatto, invece, sono la stessa cosa. La questione c’era in passato e c’è adesso, ma Salomone è la voce storica della Bari e senza di lui la radiocronaca su Radionorba non avrebbe lo stesso numero di comunicati commerciali da mandare on air, per tentare di recuperare la grossa cifra spesa in questo momento economico delicatissimo, per molti ma non per tutti.