«Non ci interessa entrare nella diatriba tra l’assessore alla cultura Silvio Maselli e l’ex assessore all’accoglienza Fabio Losito (cui si deve riconoscere di essere stata l’unica figura istituzionale ad interessarsi in questi mesi ai diritti e alle rivendicazioni dei migranti che vivono a Santa Chiara, nonché unico assessore, tra i passati ed i presenti, ad essere venuto a visitare struttura e abitanti). C’è però una frase scritta dal primo contro il secondo che ha rapito la nostra attenzione, perché allo stesso tempo dimostra quanto l’attuale centrosinistra viva in un mondo ovattato totalmente lontano dalla realtà e descrive al meglio il concetto di “razzismo democratico” di cui molti dirigenti sedicenti “progressisti” sono permeati:”Hai colpevolmente sbattuto i migranti in un edificio pericolante, sprovvisto di acqua, luce e fogna. Peraltro nemmeno di proprietà comunale. Cagionando al Comune di cui sei stato amministratore guai serissimi col Ministero”.

Sono alcuni componenti del Collettivo “Rivoltiamo la Precarietà” ad aver diffuso una nota che riprende la polemica tutta a sinistra, scoppiata a colpi di blog e controblog fra Silvio Maselli e Fabio Losito, sulla quale anche noi del Quotidiano Italiano di Bari siamo intervenuti.

«Ecco – proseguono quelli del Collettivo – i migranti che vivono a Santa Chiara non si fanno “sbattere” da nessuno in nessun posto. Non sono oggetti, o poveri imbecilli che si lasciano comandare a bacchetta dal primo “negriero bianco” che passa, come forse li immagina l’assessore Maselli. Sono menti brillanti, che conoscono bene i propri diritti e intendono rivendicarli; che ci parlano di Thomas Sankara, Martin Luther King e Malcom X (forse l’assessore Maselli, da grande appassionato di cinema, ne avrà visto il film biografico con un memorabile Denzel Washington); che hanno un’idea di organizzazione e solidarietà che fa impallidire le tristi sigle di quel che resta della sinistra nostrana. Insomma, se sul loro esempio si verificasse un mobilitazione generalizzata, nel giro di qualche anno ci sbarazzeremmo di questa imbarazzante classe politica.

Nello specifico, sono persone che coscientemente hanno deciso di prendersi una casa entrando in uno spazio lasciato all’incuria da sette anni. Questo per una semplice motivazione: non avevano alternativa. La politica istituzionale non ha mai fatto e non fa nulla per loro, trattandoli come merce quando occorre mano d’opera a basso prezzo da sfruttare nelle fabbriche del nord o nei campi di pomodori del sud, o come un problema di ordine pubblico quando alzano la voce in nome della propria dignità. Ecco, “dignità” è ciò che fa decidere a chi vive per strada di meritare di più di quel triste destino. “Dignità” è ciò che li fa rendere consapevoli dell’enorme business che un certo associazionismo fa sulla loro pelle, da destra con le varie derivazioni di Comunione e Liberazione a sinistra con l’Arci (ovviamente non ci riferiamo agli operatori, anch’essi sfruttati e sottopagati) trattandoli come bestie nei Cara o nei Cie, o ficcandoli in appartamenti per sei mesi, salvo rimetterli per strada subito dopo, senza nemmeno tanti saluti.

Forse è vero, la Casa del Rifugiato non è Buckingham Palace, ma quando vieni dalla più assoluta povertà e disperazione (concetti che ovviamente l’assessore Maselli non è in grado di capire, non avendoli mai provati sulla propria pelle), sei disposto a partire da quel poco che hai a disposizione per migliorare la tua condizione. E allora, con un tetto sulla tua testa, hai quel minimo di serenità necessaria per frequentare un corso di lingua italiana (che a quanto pare non è previsto nel Cara), cercare un lavoretto (rigorosamente a nero, perché la legge Bossi-Fini ed il piano Casa di Renzi ti impediscono di accedere alla residenza necessaria per un regolare contratto persino se sei un rifugiato politico), cucinare per conto tuo, piuttosto che andare alla mensa della Caritas, e tanto altro. In conclusione, vorremmo rendere noto all’assessore che nella Casa del Rifugiato c’è acqua tramite un rubinetto nel cortile interno, ed anche doccia e wc. E grazie agli sforzi dei migranti e al sostegno di tanti cittadini, un generatore di energia elettrica che garantisce qualche ora di luce al giorno.  E’ poco? Certamente, ma dal momento che l’amministrazione comunale non ha mai dato un aiuto, nemmeno minimo, un critica in questo senso da parte loro ci sembra quantomeno ipocrita» conclude il comunicato, firmato per esteso da alcuni membri del Collettivo.