C’era una volta la Croazia, poi è arrivato il Montenegro, adesso è la volta dell’Albania. Cresce la proposta turistica dall’altra sponda dell’Adriatico. Chiunque si sia imbarcato recentemente su un traghetto estivo diretto nel Paese delle Aquile, si sarà certamente accorto – oltre di quanto sia scarso il cibo a bordo – che il numero di italiani, soprattutto baresi, è in aumento esponenziale. Bel mare, un maggior numero di strutture ricettive moderne rispetto a tre anni fa, una cucina più che accettabile, costi decisamente competitivi, le solite contraddizioni e un rapporto un po’ particolare con le regole.

A Durazzo, per esempio, ci sono alcuni bazaar del falso davvero impressionanti, frequentati anche da chi proprio non dovrebbe farsela neppure venire l’idea di entrarci. Uno di questi supermercati del tarocco è talmente conosciuto dai turisti benedetti da San Nicola, da essere ormai diventato tappa obbligata subito dopo l’attracco o prima della partenza. A gestirlo sono marito e moglie, molto gentili e, cosa fondamentale, assolutamente a loro agio con l’italiano e persino con qualche parola in dialetto barese. Gli affari vanno a gonfie vele. T-shirt vendute a 10 euro, borse a 20 euro, camice a 18 euro e poi scarponcini firmatissimi a 30 euro. Non sembra vero e, infatti, non è vero niente.

Profumi, borse, indumenti, scarpe. Centinaia di modelli, colori, taglie. Ce n’è per tutti i gusti. Roba da perderci la testa. Nessun cartello con i prezzi. Tu chiedi e ti viene gentilmente detto il costo al netto dello sconto. La ricevuta non è obbligatoria. Timberland, Gucci, Fendi, Lacoste, Armani, Diesel, Dolce & Gabbana, non ne manca una di griffe, peccato solo che si tratti di merce abilmente contraffatta. Un occhio non allenato è facilmente influenzabile. E al ritorno? Nessun problema. Riempita la valigia il gioco è fatto, quando sbarchi non ti controlla nessuno.