Lancio del sacchetto dei rifiuti dal finestrino dell’auto. Memorizzatelo bene, perché potrebbe essere l’ultima frontiera degli sport bizzarri a entrare nel circuito delle attività olimpiche. Per partecipare bisogna risiedere in un comune dove si fa la raccolta differenziata porta a porta; essere luridi e menefreghisti fino al midollo ma, fate attenzione, è necessario dimostrare di vivere al motto: dell’ambiente e degli altri non me ne frega un fico secco.

La macchina, tra l’altro lussuosa e di grossa cilindrata, viaggia sulla provinciale 126, che collega Adelfia a Sannicandro. Procede a grande velocità. Ma, attenzione, in direzione della doppia piazzola di sosta, rallenta, quasi si ferma. Il conducente abbassa il finestrino e lancia un sacchetto celeste, non prima di essersi uardato intorno. Terzo tempo da paura. Dopo lo straordinario gesto atletico riprende la marcia a tutta velocità. È il vincitore del primo campionato mondiale del lancio di sacchetto dal finestrino. Nella busta ci sono plastica, lattine, carta e scarti di cibo. Tutto materiale che può essere raccolto in maniera differenziata. Più precisamente tutto materiale che vengono quotidianamente a ritirare fuori dalla porta di casa.

Le adesioni alla federazione sono in crescita costante. Con la morte sulla carata delle Province e i tempi biblici per la partenza dell’Area Metropolitana, i segni dei continui allenamenti sono sempre più evidenti. L’intero percorso da Adelfia a Bari, passando per Sannicandro e Bitritto, fuori concorso perchè non è in vigore la raccolta porta a porta, è disseminato di sacchetti di rifiuti. Ce ne sono fino alle porte di Bari, all’altezza dello stabilimento Peroni.

Siamo un paese malato, in cui se non c’è il controllore non riusciamo proprio a comprendere il male che facciamo a noi stessi prima che agli altri, tutte le volte che scambiamo tutto ciò che sta fuori dalle nostre case, in discariche a cielo aperto. In qualche occasione, considerando la scarsità di uomini e mezzi (la filastrocca è sempre quella), si potrebbe fare a meno di qualche multa per divieto di sosta a vantaggio di un più efficace monitoraggio del territorio. Anche perché le due piazzole di sosta immortalate nelle immagini sono in quelle condizioni di mesi, non da ieri.