La Procura di Bari apre un’altra inchiesta sulle magagne del 118 in provincia di Bari. Questa volta le indagini sono partite dopo la lettera denuncia del personale infermieristico del P.P.I.T. di Bitonto. Magagne, truffe, malaffare, mafia, leggerezze, negligenze, raggiri. Ormai i sinonimi li abbiamo usati tutti, pubblicando video e documenti per certi versi raccapriccianti. Siamo stati persino minacciati di morte. Molto del nostro materiale è finito in quelle inchieste aperte, ma purtroppo non ancora chiuse. Finora il 118 barese è un malato terminale per negligenze gravissime, ma non esistono responsabili. All’inizio – noi e chi con noi ha iniziato questa battaglia per la trasparenza – siamo stati considerati folli. Con il passare del tempo – forse troppo – anche chi di dovere si è accorto del marcio che infesta il sistema di emergenza-urgenza, non solo a Bari. Qualche benda è caduta. Apprendiamo con piacere che anche l’Usppi è indignata per ciò che succede. In attesa di sapere chi sia il responsabile dello scempio, pubblichiamo l’ultima comunicazione ricevuta dal sindacato, con la speranza che il fronte si allarghi ancora, affinché chi continua a fare come gli pare, si senta accerchiato.

Il comunicato dell’Usppi:

Una lettera di denuncia, inviata al sindacato Usppi da parte del personale infermieristico del P.P.I.T. di Bitonto. Una richiesta di intervento ma anche e soprattutto una denuncia che ora è diventata materia di indagine. La procura di Bari ha aperto un fascicolo dopo aver ricevuto l’esposto o meglio la segnalazione dell’Usppi, il sindacato autonomo con oltre 900 iscritti nella stessa Asl, a cui fanno riferimento anche moltissimi infermieri, sulle “gravissime e persistenti criticità del servizio 118”.

Gli infermieri del PPIT di Bitonto, infatti hanno declinato ogni responsabilità per la mala gestione organizzativa da parte del coordinamento s.e.s. 118 PPIT – della Asl di Bari. denunciano: non ci sono ausiliari per la pulizia dei locali dello stesso  PPIT, in presenza di “sangue” “vomito”, “rot”  da smaltire che nell’emergenza vengono svolte dall’infermiere in turno; l’ambulanza del PPIT non viene pulita dagli ausiliari in quanto mancano; il turno degli infermieri inspiegabilmente da giugno non segue più la turnazione che prevede la doppia unità durante il turno diurno (8 – 20) ma da uno che solo in alcuni sporadici giorni viene raddoppiato creando forte disagio e incolumità psico – fisica degli infermieri.

“Dal mese di giugno – denuncia il segretario regionale dell’Usppi Nicola Brescia – la salute dei cittadini è affidata alla cabala, in altre parole alla possibilità concreta che i soccorsi non potranno essere sempre ottimali, così come previsto per legge nazionale e regionale”.

Lo spunto per la denuncia è la nota con la quale il responsabile del coordinamento del 118 di Bari ha comunicato “che i turni del mese di giugno dovranno necessariamente essere incompleti a causa dell’esaurimento del budget”. E la conseguenza sarà inevitabile: sulle ambulanze non sempre potrà essere garantita la presenza dell’infermiere, le cui prestazioni saranno delegate al medico o al soccorritore e ciò, aggiunge Brescia Usppi  – comporta inevitabilmente sottrazione di tempo alla valutazione clinica del paziente e all’esecuzione di manovre salva vita”.

Ma la lettera che ora è diventata il punto di partenza di una indagine della procura contiene anche un elenco di altre presunte criticità. Le ambulanze aziendali, ad esempio, denuncia l’Usppi Puglia, sono vecchie. La più “obsoleta” è del 2002 “con un’unica ambulanza di scorta per sette postazioni aziendali”. E ancora: ci sono auto mediche nuove, che sono state acquistate nel 2013 e

che però non sono state mai utilizzate perché mancano le apparecchiature elettromedicali. L’Usppi Puglia punta l’indice anche contro “le lunghe attese al pronto soccorso soprattutto per i codici gialli e verdi che talvolta si protraggono per ore, sottraendo risorse per l’emergenza sul territorio”. E poi ancora sulle auto mediche mancano i collari cervicali per trauma, quelli invece dei quali sono provviste le ambulanze sono inadeguati. 

Le comunicazioni con la centrale operativa del 118 non sempre sono veloci e semplici perché, spesso, si legge nella denuncia, la linea telefonica è occupata. E non sono stati attivati i ponti radio che “renderebbero utilizzabili le radio trasmittenti a bordo dei mezzi d’emergenza e sarebbero necessari in caso di assenza di segnale per i cellulari o di linee occupate della centrale operativa. “Criticità” note, secondo l’Usppi Puglia destinate a peggiorare con la stagione estiva che coinciderà con il periodo delle ferie e con quello dell’arrivo dei vacanzieri.