Nella vicenda che riguarda i dipendenti di Telenorba, quello di Cosimo Carulli non è un nome nuovo alle cronache. Carulli è infatti uno dei giornalisti che ha dichiarato guerra all’azienda per una serie di azioni messe in atto dal gruppo di Conversano, come quella di cui abbiamo scritto circa l’accordo tra l’emittente e la U.S. Lecce. Oggi il giornalista torna ad alzare la voce, oggetto del contendere, lo stipendio di aprile 2013, tutt’ora non pagato.

La vicenda è questa: a marzo 2013 Cosimo Carulli, e come lui altri dipendenti di Telenorba, vengono posti dall’azienda in casa integrazione per un mese. Trascorso tale periodo, non avendo ricevuto comunicazioni contrarie, Carulli scrive a Lorenzo Laera Responsabile del Personale, rimettendosi a disposizione dell’azienda e quindi comunicando di tornare in servizio dal 1°aprile, anche per non incorrere in azioni disciplinari. A stretto giro, dall’Ufficio del Personale riceve la rassicurazione circa la proroga della casa integrazione e quindi l’invito a non tornare in servizio.

Fin qui non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse per il fatto che dai dirigenti dell’Inps, Cosimo Carulli ha scoperto di non risultare in cassa integrazione per il mese di aprile, ma a partire dal 1° maggio. In pratica, Telenorba ha comunicato ai dipendenti di averli posti in cassa integrazione, ma di fatto questi risultano regolarmente al lavoro. Il risultato è il mancato pagamento dello stipendio di aprile sia da parte dall’emittente sia dall’Istituto di Previdenza. Né l’una né l’altra se ne sono fatti carico.

Oggi Cosimo Carulli ha preso carta e penna per scrivere all’azienda, al legale rappresentante e agli avvocati del gruppo, chiedendo di risolvere la controversia in maniera bonaria, con il solo pagamento dello stipendio mancante. In caso contrario, adirà alle vie legali chiedendo danni morali, materiali, e di fatto aprendo la strada al contenzioso per tutti i colleghi nella sua stessa situazione. Qui di seguito, la lettera di Cosimo Carulli a Telenorba.

Spett.le

TeleNorba S.p.A.
Via Pantaleo 20/A
70014 Conversano (Bari)

Legale rappresentante
Sig. Luca Montrone

Ufficio Personale
Sig. Lorenzo Laera

Avvocati
Sen. Giovanni Pellegrino
Dott.sa Francesca Conte

OGGETTO: STIPENDIO APRILE 2013.

Nelle settimane scorse e in 2 distinti mandati di pagamento l’INPS ha correttamente erogato i sussidi di cassa integrazione in deroga per lo scrivente e riferiti all’annualità 2013, per i periodi 01-03/31-03 e per il successivo periodo 01-05/30-06, così come riportato nell’estratto conto bancario del conto corrente di corrispondenza al quale affluiscono i Vostri emolumenti.
I dirigenti apicali di INPS Puglia e della Direzione Generale di Lecce da me contattati e in grado dalla loro posizione di vertice di poter visualizzare la mia posizione con certezza (e senza dunque margine di dubbio, per fugare ogni vostra risposta che possa attribuire colpe altrui) confermano che per il mese di APRILE 2013, a data della presente, non sono MAI stato collocato in cassa integrazione dalla Vostra azienda, che in considerazione delle diverse tempistiche di sottoscrizione degli accordi con la Regione e il Governo nazionale per la concessione della cassa integrazione mi ha indicato beneficiario del suddetto sussidio per il solo mese di marzo (in cui ho iniziato il periodo di cassa integrazione) e poi da maggio in poi, ossia da quando l’azienda ha ri-ottenuto la concessione dei benefici della cassa integrazione. Saltando aprile.
Il 29 marzo, con e-mail alle 10.42 e, a seguire, con lettera raccomandata, facevo presente al signor “Responsabile del Personale” della Vostra azienda che nessuna notizia circa la mia condizione di cassintegrato o meno era pervenuta e che il 1° di aprile, per non incorrere in eventuali inadempienze, mi sarei rimesso a disposizione al lavoro in considerazione della conclusione del periodo di cassa integrazione regolarmente concessa dalle istituzioni preposte.
Con fulminea e tempestiva risposta il 29.03 stesso alle 16.33 sempre il “Responsabile del Personale” della Vostra azienda, probabilmente onde evitare ogni mio “blitz” lavorativo al 1° aprile, mi ribadiva in poche righe la sospensione dal servizio, invitandomi a non affannarmi a rientrare a lavoro perché sarebbe sopraggiunta di lì a poco la comunicazione formale della proroga della cassa integrazione. A questa sospensione dal lavoro, insomma, sarebbe seguita copertura da parte della cassa integrazione. Cassa integrazione che però, Le ripeto, è inesistente per il periodo di APRILE 2013.
Tutto ciò premesso, essendomi stato negato il diritto al lavoro per quel mese (ne è palese testimonianza la mia volontà scritta e ribadita a caratteri cubitali in quella comunicazione del 29 marzo) Le chiedo in via conciliante e bonaria di inviarmi nella prossima busta paga gli emolumenti che non mi sono stati dovuti relativi all’intero mese di stipendio che mi è stato negato.
Diversamente, essendo nel pieno delle mie facoltà anche non secondariamente poiché clamorosamente sottratto di un diritto, così almeno segnalano illustri esperti della materia, sarò costretto al recupero delle stesse somme con in più i danni materiali e morali che l’autorità preposta saprà determinare.
Con stima e apprezzamento, cordiali saluti.

Lecce, 4 giugno 2014

F.to
Dott. Cosimo Carulli