Mancanza di rispetto e sgarbo istituzionale. Il riconoscimento a Vasco Rossi, quale primo cittadino onorario della “Puglia creativa” passa, purtroppo, anche da queste amare considerazioni. Nella conferenza stampa, svoltasi ieri pomeriggio all’interno del palazzo della Presidenza regionale, mancavano sia la famiglia di Mimmo Bucci sia l’ex assessore della Provincia di Bari Sergio Fanelli. Perché? Non sono stati invitati. Una “leggerezza”, questa, che lascia il segno e provoca rammarico.

“Non appartengo ad alcuna fazione e mi piacciono le persone che fanno bene la politica. Queste persone vanno rispettate per quelle che sono”, tiene a precisare Francesca Lozito Bucci, madre del giovane musicista scomparso in tragiche circostanze il 15 maggio 2007. Mimmo, infatti, non era una persona qualunque ma il leader della cover band di Vasco, La combriccola di Vasco, riconosciuta e stimata dal rocker di Zocca. In città, culturalmente e affettivamente, ha lasciato un segno indelebile, tant’è che la stessa amministrazione comunale, su impulso dei residenti, ha voluto dedicare alla sua memoria un giardino nel cuore del suo quartiere, il Libertà.

“Lo staff del presidente Vendola questa volta ha peccato di onestà intellettuale. Non si è informato in modo adeguato sulla figura di mio figlio, definito e conosciuto da tutti come il Vasco del Sud”, confessa la signora Franca, giustamente rattristata. Che aggiunge: “l’invito a prendere parte alla conferenza stampa doveva partire dalla Presidenza regionale e non dallo staff di Vasco. Una superficialità, questa, difficile da comprendere”. Sarebbe stato un modo per ricordare Mimmo e la sua musica, oltre che riconoscergli il dovuto valore. Peccato, però, che in Regione nessuno ha mostrato la minima sensibilità nel voler coinvolgere ufficialmente i suoi parenti in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria, alquanto “blindata”. “Comunque è stato davvero bello vedere molti ragazzi che ieri, in attesa di salutare il loro idolo, inneggiavano a Mimmo e indossavano magliette con il suo ritratto e il suo nome”, conclude la signora Franca.

A questa spiacevole vicenda se ne lega un’altra, di carattere più politico-istituzionale. “Presidente Vendola, mi permetto di suggerirLe una strada, a parer mio, percorribile: scegliere Vasco Rossi quale testimonial della Puglia”. Questo, infatti, scriveva, nel settembre 2013, l’assessore provinciale Sergio Fanelli in una lettera rivolta ai vertici regionali. Un appello con il quale si sottolineava il legame sentimentale che unisce l’artista alla nostra terra, nonché l’opportunità di avvalersi di una personalità prestigiosa per sostenere, ancora di più, il “sistema Puglia”. Un’idea vincente, tant’è vero che, a distanza di nove mesi, Vasco Rossi ha ritirato dalle mani del governatore l’importante riconoscimento. Quella lettera ottenne le firme dell’allora presidente della Provincia di Bari Francesco Schittulli, dell’ex amministratore della Seap Mimmo Di Paola, del presidente della Fiera del Levante Ugo Patroni Griffi, del presidente della sezione turismo di Confindustria Bari-Bat Massimo Salomone ed, infine, del presidente di Federalberghi Bari Francesco Caizzi. Ma anche Fanelli non è stato né contattato né invitato a prendere parte all’iniziativa. Lui che, in definitiva, ha avuto il merito di essere il vero ideatore e promotore del suddetto riconoscimento.

“Sono contento che si sia giunti al conferimento della cittadinanza onoraria. Non si capisce, tuttavia, perché lo si è fatto durante un passaggio elettorale. Sono trascorsi diversi mesi da quando ho scritto quella lettera. Ma in tutto questo tempo, da parte della Regione, non ho ricevuto alcun segnale di interessamento o apertura alla mia proposta. Ieri, infine, la conferenza stampa ma al sottoscritto non è stato minimamente riconosciuto il lavoro fatto né la paternità dell’iniziativa”, afferma Fanelli.
“Canta pure la tua canzone Nichi, ma paga i diritti di autore”, conclude ironizzando l’ex assessore provinciale.

Gianpietro Occhiofino